I giganti francesi del lusso riescono a riscuotersi dalle chiusure in Cina, una decisione necessaria, ma che ha rischiato di danneggiare in profondità l’equilibrio nel mercato del lusso, e soprattutto un ostacolo significativo, poiché isola una fetta importante di consumatori asiatici, particolarmente propensi ad acquistare capi ed oggetti di lusso.
Le boutique europee, tuttavia, hanno accolto in gran numero turisti da tutto il mondo, primi tra tutti i vacanzieri americani, che, come afferma Mario Ortelli, della società di consulenza in M&A nel settore del lusso Ortelli & Co, “viaggiano in Europa come se fosse la fine del mondo“.
I dati indicano una vera e propria triplicazione della domanda per quanto riguarda il settore lusso e moda, in particolare rivolta alle grandi maison sotto l’influenza del gruppo LVMH e Kering.
“Continuiamo a vedere sul mercato una domanda sovradimensionata di prodotti di alta gamma, visto che i consumatori di tutte le nazionalità stanno uscendo dalla pandemia (come se fosse l’ultima volta). Questo deve ancora normalizzarsi”, dichiara Luca Solca, analista di Bernstein, che prevede l’inizio di questa normalizzazione durante la seconda metà del 2022.
Lo spauracchio della Cina, tuttavia, continua a intimorire: le chiusure, per quanto ammorbidite dalla febbre dello shopping, hanno causato -40% per le vendite all’interno della Repubblica, influenzando in particolare i resoconti di consumo di marchi come Burberry e Richemont (-30% sul territorio cinese).