La mixology fa il suo ingresso ufficiale a Tuttofood, segnando un punto di svolta nell’evoluzione del gusto tra i consumatori under 44. Il debutto di Mixology Experience all’interno della kermesse milanese ha acceso i riflettori su una categoria in forte crescita, che strizza l’occhio a un pubblico giovane, attento e sempre più curioso verso le nuove frontiere del bere miscelato.
L’evento ha registrato una significativa partecipazione, segno che cocktail e distillati non sono più solo una nicchia ma una componente strategica del settore beverage, da integrare anche nel dialogo con il mondo del vino. La cultura del buon bere si sta ampliando, contaminando stili e tradizioni: oggi, chi apprezza un calice di vino di qualità è spesso lo stesso che ricerca l’eccellenza anche in un drink d’autore.
Il successo di Mixology Experience all’interno di Tuttofood testimonia una trasformazione nei consumi e nelle abitudini, offrendo nuovi spunti a produttori e distributori del comparto enologico, chiamati a dialogare con un pubblico sempre più trasversale.
Per le aziende vinicole si apre così un’opportunità concreta: quella di collaborare con il mondo della miscelazione per valorizzare il vino anche al di fuori del contesto tradizionale. Vini aromatizzati, vermouth, basi per cocktail premium e nuovi formati diventano strumenti per intercettare consumatori attenti al gusto ma meno legati ai codici classici del vino.
La presenza di bartender, mixologist e brand internazionali all’evento ha inoltre favorito un confronto diretto con le tendenze globali, stimolando una riflessione sul ruolo dell’Italia non solo come Paese produttore, ma anche come laboratorio creativo di nuove esperienze sensoriali.
In questo contesto, la sinergia tra vino e mixology potrebbe rappresentare la chiave per avvicinare le nuove generazioni alla cultura enologica, attraverso un linguaggio contemporaneo, inclusivo e dinamico.
«È il momento giusto per il vino di reinventarsi anche nella mixology», ha dichiarato Matteo Zed, esperto internazionale di beverage e autore di saggi sulla miscelazione contemporanea. «La nuova generazione di bartender cerca ingredienti autentici, identitari. Il vino – con la sua enorme varietà e legame con il territorio – ha tutte le carte in regola per diventare protagonista del bere miscelato di qualità.»