Il 2024 di Kering si conclude senza particolari sorprese, segnando la fine di un anno caratterizzato da tre avvisi sui profitti e un significativo calo delle vendite per il suo marchio di punta, Gucci. I ricavi complessivi del gruppo francese hanno subito una flessione del 12%, attestandosi a circa 17,2 miliardi di euro, mentre l’utile operativo è sceso a 2,55 miliardi di euro (-46%) e l’EBITDA ha registrato un calo del 29%, fermandosi a 4,66 miliardi. L’utile netto ha subito una riduzione drastica, passando da 2,98 miliardi a 1,13 miliardi di euro (-62%). Anche l’ultimo trimestre ha mostrato una performance debole, con un fatturato in calo del 12% a 4,4 miliardi di euro. Tuttavia, il trend ha evidenziato segnali di miglioramento in quasi tutte le aree geografiche, ad eccezione del mercato giapponese.
Gucci ha continuato a registrare una contrazione significativa delle vendite, con un calo del 23% che ha portato il fatturato annuo a 7,65 miliardi di euro. L’utile operativo del brand si è fermato a 1,6 miliardi di euro (-51%), con un’incidenza sulle vendite pari al 21%. Gli ultimi tre mesi dell’anno hanno visto un’ulteriore riduzione del 24%, con entrate pari a 1,9 miliardi di euro. Anche Saint Laurent ha vissuto un’annata sottotono, con ricavi in flessione del 9% a 2,88 miliardi di euro e un utile operativo di 593 milioni, corrispondente a un margine del 21%. Nel quarto trimestre, il brand ha generato vendite per 770 milioni di euro, in calo dell’8%.
In controtendenza rispetto al resto del gruppo, Bottega Veneta ha registrato una crescita del 4%, con un fatturato che ha raggiunto 1,71 miliardi di euro. L’utile operativo si è attestato a 255 milioni di euro, con un margine del 15%. Il quarto trimestre ha segnato un incremento a doppia cifra, con vendite pari a 480 milioni di euro (+11%). Le altre maison del gruppo hanno totalizzato vendite per 3,2 miliardi di euro, segnando un calo dell’8% su base annua, mentre nel quarto trimestre il calo si è attestato al 4%, con un fatturato di 818 milioni di euro. Tra i marchi di punta, Balenciaga ha mantenuto una solida domanda per i suoi prodotti in pelle, mentre Alexander McQueen ha risentito delle trasformazioni in corso nella direzione creativa. Brioni ha messo a segno una crescita a doppia cifra, mentre il settore gioielleria ha continuato a espandersi, con Boucheron in evidenza per le sue performance positive.
“In un anno difficile, abbiamo accelerato la trasformazione di molte delle nostre maison e abbiamo agito con determinazione per rafforzare la solidità e la desiderabilità dei nostri marchi nel lungo termine”, ha dichiarato il Presidente e Ceo François-Henri Pinault. “In tutto il gruppo, e in particolare in Gucci, abbiamo preso decisioni importanti per aumentare l’impatto della nostra comunicazione, affinare le strategie di prodotto e innalzare la qualità della nostra distribuzione, sempre nel rispetto del patrimonio creativo che distingue i nostri brand. Abbiamo rafforzato la nostra organizzazione, inserito risorse strategiche, accelerato l’esecuzione della strategia e aumentata l’efficienza delle nostre attività. Siamo consapevoli di aver percorso solo una parte del nostro processo di rilancio, e che i nostri sforzi non devono calare. Tuttavia, siamo motivati e fiduciosi di aver portato Kering a un punto di stabilizzazione, dal quale riprenderemo gradualmente la nostra traiettoria di crescita”.
Il segmento Kering Eyewear, che ha celebrato il decimo anniversario nel 2023, ha chiuso il 2024 con un incremento del 6% nelle vendite, raggiungendo 1,6 miliardi di euro. Nel quarto trimestre, il giro d’affari ha toccato quota 326 milioni di euro, segnando una crescita del 7% a tassi comparabili, sostenuta da tutte le principali aree geografiche e dai brand in portafoglio. Il risultato operativo annuo ha raggiunto i 277 milioni di euro, con un’incidenza sulle vendite del 17%. Infine, Kering Beauté ha registrato un fatturato di 323 milioni di euro, grazie anche all’integrazione del marchio Creed, che ha dato un contributo significativo alla redditività della divisione.