L’anno nuovo si apre nel solco del precedente per il mercato dei vini da collezione, con un trend ancora negativo che coinvolge tutti gli indici monitorati dal Liv-Ex, il principale riferimento per gli scambi internazionali del settore. Tuttavia, tra le varie categorie analizzate, l’Italy 100 è l’unico a mostrare un timido segnale di ripresa, secondo i dati elaborati da WineNews.
Dopo un 2024 chiuso con ribassi vicini al 10%, il calo prosegue anche nella prima rilevazione di gennaio 2025. Il Liv-Ex 100, l’indice principale del mercato secondario, segna un ulteriore -0,4% su base mensile, portando la perdita complessiva su dodici mesi al -9,2%. Tra le etichette italiane presenti in questo indice figurano grandi nomi come il Barolo di Bartolo Mascarello (annata 2019), il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (2014 e 2015), il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva di Bruno Giacosa (2017), il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Barbaresco 2019 di Gaja, oltre ai celebri Sassicaia, Solaia, Tignanello, Ornellaia, Masseto e Redigaffi nelle loro annate più recenti.
Ancor più marcato è il calo del Liv-Ex 1000, l’indice più ampio per numero di referenze, che registra un -0,9% su base mensile e un complessivo -10,5% in un anno. Tutti i sottoindici francesi – dal Bordeaux 500 al Burgundy 150, passando per il Champagne 50 e il Rhone 100 – confermano la tendenza negativa, con flessioni mensili attorno al -1% e annuali vicine al -10%.
L’unico segnale di tenuta arriva dall’Italy 100, che con un +0,6% nel mese attenua la perdita su dodici mesi al -5,6%. Questo indice include etichette iconiche come il Barolo di Bartolo Mascarello (dal 2010 al 2019), il Barbaresco di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (annate selezionate tra il 2001 e il 2015), il Barolo Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa (con annate che vanno dal 2000 al 2017), e le più recenti vendemmie di Sassicaia, Solaia, Tignanello, Ornellaia, Masseto e Flaccianello della Pieve di Fontodi.
Nonostante il segnale incoraggiante dell’Italy 100, il mercato dei fine wines resta sotto pressione, in attesa di capire se il 2025 porterà una vera inversione di tendenza o se la fase di contrazione proseguirà nei prossimi mesi.