Dopo oltre mezzo secolo, Milano celebra l’ampliamento della Pinacoteca di Brera con l’apertura di Palazzo Citterio e l’esposizione di più di 200 opere appartenenti alle collezioni Jesi e Vitali. Domani, sabato 7 dicembre, nella cornice della festa di Sant’Ambrogio, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il ministro della Cultura Alessandro Giuli parteciperanno all’inaugurazione, segnando la realizzazione di un progetto a lungo atteso. Questo traguardo dà vita a quella che Franco Russoli, direttore della Pinacoteca dal 1957 al 1977, aveva immaginato come “La Grande Brera”.
L’apertura al pubblico del settecentesco Palazzo Fürstenberg, poi denominato Palazzo Citterio, rappresenta la concretizzazione di un progetto nato nel 1972, quando lo Stato acquisì l’edificio. Fu in quell’anno che i sovrintendenti Gian Alberto Dell’Acqua e Franco Russoli concepirono un ampliamento della Pinacoteca, integrando l’arte del Novecento e trasformandola in un centro non solo di conservazione, ma anche di ricerca e sperimentazione.
Da domenica 8 dicembre, i visitatori potranno esplorare questo spazio rinnovato, rimasto chiuso per decenni e ora restituito alla città. Il museo ospiterà un allestimento innovativo dedicato a capolavori dell’arte italiana e internazionale, includendo opere di Carrà, Morandi, Boccioni, Modigliani, Picasso e Braque. Gli spazi riorganizzati accoglieranno inoltre importanti mostre di arte moderna e contemporanea.
Nel corso dei decenni, Palazzo Citterio è stato oggetto di numerosi interventi di recupero e ristrutturazione, a partire dagli anni Ottanta. Diversi progetti si sono succeduti grazie ai fondi stanziati dal Ministero della Cultura. Dal primo intervento curato da Giancarlo Ortelli ed Edoardo Sianesi, fino alla sala progettata nel 1986 dall’architetto James Stirling per l’Associazione Amici di Brera, il palazzo ha continuato a evolversi. Negli anni Duemila sono stati ridefiniti gli spazi ipogei e le aree non edificate, mentre il consistente finanziamento del 2012 ha dato avvio a lavori che si sono conclusi in parte nel 2018.
La progettazione si è poi estesa sotto la direzione di James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera fino all’ottobre 2023. Nel frattempo, le opere delle collezioni Jesi e Vitali sono state esposte nelle sale napoleoniche della Pinacoteca in appositi depositi a vista realizzati nel 2019 con il contributo della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti.
Con l’arrivo di Angelo Crespi come direttore generale nel gennaio 2024, un nuovo impulso ha portato a ulteriori interventi strutturali e di perfezionamento tecnologico, tra cui il miglioramento degli impianti Hvac e l’installazione degli allestimenti, mantenendo continuità con i precedenti restauri della Sovrintendenza. L’architetto Mario Cucinella, insieme a esperti di realtà aumentata, ha consentito ai curatori di simulare la disposizione delle opere con il software innovativo Noor. I lavori, avviati a giugno, si sono conclusi il 31 ottobre.
Un nuovo spazio espositivo e culturale
Al piano nobile del Palazzo, una sala centrale, denominata “Sala 40”, collega idealmente Palazzo Citterio alla Pinacoteca di Brera. Qui è esposta Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo, punto di partenza per due percorsi espositivi: la collezione Jesi verso via Brera e la collezione Vitali verso il giardino. La disposizione delle opere, curata da Marina Gargiulo, segue un criterio cronologico e tematico, con particolare attenzione alla diversità della collezione Vitali, che spazia dall’archeologia al Novecento.
Tra i capolavori esposti al piano nobile figurano opere di artisti come Boccioni, Modigliani, Morandi e Picasso, insieme a raccolte particolari, tra cui i 23 Fantasie di Mario Mafai e gli Autoritratti minimi di Cesare Zavattini. Per arricchire ulteriormente il corpus artistico del XX secolo, la Pinacoteca ha acquisito negli anni opere di maestri come de Chirico, Savinio e Melotti, ora collocate negli spazi rinnovati.
Un progetto tra innovazione e tradizione
L’architetto Cucinella ha collaborato con Erco per l’illuminazione e Goppion per le teche museali, privilegiando un approccio inclusivo e un dialogo con la città. Tra le novità spicca un padiglione in legno, ispirato al Bramante, situato nella corte del Palazzo, donato dal Salone del Mobile. Questo spazio accogliente funge da punto di raccordo tra gli ambienti interni e il tessuto urbano.
Gli ingressi di via Brera 12 e 14, ora completamente aperti al pubblico, ospitano una hall accogliente con un tavolo multifunzionale per biglietteria, info point e bookshop. Nella hall, un ledwall proietta immagini digitali di artisti contemporanei, creando un ambiente dinamico e coinvolgente.
Mostre e collaborazioni per l’inaugurazione
Per celebrare l’apertura, Palazzo Citterio ospita una serie di iniziative. Dal 7 dicembre al 30 marzo 2025, una sezione dell’opera digitale Renaissance Dreams di Refik Anadol, realizzata con intelligenza artificiale, sarà visibile all’ingresso. Al secondo piano, la mostra La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze esplora la storia e l’evoluzione architettonica e culturale del complesso di Brera.
In parallelo, la Biblioteca Braidense presenta La Grande Brera in Braidense, una rassegna di documenti storici che ripercorre le origini e la storia della Biblioteca attraverso preziosi archivi. Nell’ipogeo Stirling, invece, l’esposizione Mario Ceroli. La forza di sognare ancora presenta opere site-specific dell’artista, create appositamente per questo spazio.
Palazzo Citterio si propone così come un luogo dove arte, cultura e tecnologia si fondono, contribuendo a ridefinire il ruolo di Brera come polo culturale di Milano, aperto al dialogo con la città e il mondo.
“Abbiamo lavorato dal 15 gennaio scorso, giorno del mio insediamento, focalizzando la data del 7 dicembre – ha dichiarato Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera, di Palazzo Citterio e della Biblioteca Braidense – Ci siamo dati il compito di concludere il cinquantennale percorso di Palazzo Citterio entro il 2024, perché crediamo che sia un atto doveroso, eticamente ed economicamente, l’apertura di questo edificio che consente l’ampliamento della Pinacoteca, coronando il sogno di Franco Russoli di realizzare la Grande Brera, cioè un nuovo modo di pensare l’edificio storico di Brera con l’annesso Palazzo Citterio, di pensarlo come un luogo unico con le sue molte funzioni e una collezione antica e una di arte moderna, tra le più importanti al mondo”.
Da parte sua l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, ha osservato: “E’ un momento storico per Milano. Finalmente si apre al pubblico questo nuovo, importante polo artistico sull’arte del Novecento italiano, che dialogherà con le collezioni dei musei civici milanesi, in particolare del Museo del Novecento e della Galleria d’arte Moderna. Un’offerta artistica e culturale complementare prestigiosa e ricchissima, che alla vigilia della Prima della Scala, porta Milano al centro del dibattito culturale internazionale. Un augurio di buon lavoro e un messaggio di congratulazioni al direttore Crespi e al suo gruppo di lavoro per questo importante risultato che è l’inizio di una nuova pagina di storia della Grande Brera”.
“Abbiamo avuto l’onore di portare a compimento il lavoro di tutti quelli che ci hanno preceduto in questi 52 anni“, ha commentato la vicedirettrice Chiara Rostagno. “Il nostro compito è stato quello di averne cura: spero vediate il valore anche umano dietro la Grande Brera“.