Kylie Jenner è pronta a spiccare il volo verso il mondo dell’alta moda dopo i grandi successi riscossi nel campo del beauty e sui social media.
A coronarne l’ingresso nell’industria sarà il suo brand personale, il nuovissimo KHY, che arriverà sul mercato a partire da Novembre.
Pensata in collaborazione con Namilia, marchio statunitense, la prima collezione firmata KHY comprende tredici capi realizzati in finta pelle tra cappotti e vestiti, il cui prezzo oscillerà tra i 48 e i 198 dollari; secondo quanto dichiarato dalla stessa Kylie Jenner, il marchio promette di offrire un’estetica assolutamente nel suo stile (ogni abito, infatti, si ispira ai look preferiti della giovane Kardashian – Jenner) ma ad un prezzo accessibile e popolare.
Tuttavia, è stata proprio quest’affermazione a scatenare le numerose controversie che già orbitano intorno al nome KHY, qualcosa a cui Kylie Jenner è abituata, ma che potrebbe risultare fatale per il suo debutto nell’alta moda.
La prima accusa riguarda esattamente il legame tra il brand e il concetto di lusso: si possono definire capi in finta pelle, prodotti e venduti a basso costo, alta moda? Basta il volto dell’influencer californiana a renderlo tale? Ad alimentare questi dubbi, poi, contribuiscono la mancanza di chiarezza rispetto alle pratiche di sostenibilità che applicherà l’azienda e gli errori passati commessi dal clan Kardashian, come il lancio di SKIMS (brand di Kim Kardashian) e lo scandalo riguardo le fabbriche in Cina che ne producevano i capi, chiaro sintomo di fast-fashion.
La seconda accusa, invece, è più personale: sembrerebbe, infatti, che l’intero concept alla base di KHY e molta della sua estetica sia un plagio di un altro marchio indipendente statunitense, quello della giovane designer e artista Betsy Johnson: in particolare, sarebbe l’ultima linea firmata da Johnson, PRODUCTS, ad aver “ispirato” il primo lancio di KHY.
Questa limited edition realizzata in collaborazione con Giaborghini e UY Studio consiste in una serie di cappotti in pelle nera, monocromatici e con silhouette diversificate; a settembre Betsy Johnson aveva spiegato a Hypebeast che la collezione intendeva esplorare il concetto di classe.
“Questa è stata la moda degli ultimi otto anni: i ricchi che vogliono sembrare poveri, adottando tutti i tropi della vita della classe operaia, ma senza mai conoscere la vera portata di ciò che si prova quando si è davvero stressati per le bollette” ha spiegato la giovane designer. “E se la moda diventasse un luogo in cui i ricchi sembrano davvero ricchi? È stata questa frustrazione a diventare il punto di partenza di questo progetto, che è più che altro un saggio visivo curato attraverso i prodotti.”.
Il lancio di KHY ha così scatenato una forte reazione da parte di Johnson, che sostiene di aver condiviso il suo concept con Namilia e Kylie Jenner a inizio 2023 e che, di conseguenza, ha accusato l’ereditiera di plagio: resta da vedere se l’affermazione della stilista troverà riscontri, o se KHY proseguirà la sua ascesa indisturbato.