I dati parlano chiaro: l’industria del lusso sta rallentando dopo una corsa folle di grandi successi e guadagni da record.
Lo conferma un’analisi del Financial Times che, partendo dai più recenti e deludenti risultati di LVMH, ha spostato lo sguardo al giro di aste di Hong Kong, appuntamenti fissi e particolarmente attesi dai super ricchi di tutto il mondo.
Quanto emerge dalle osservazioni del Financial Times, è che l’arte e i beni di lusso interessano sempre meno ai miliardari i quali, fino a poco tempo fa, sembravano essere disposti a investire ingenti quantità di denaro in pezzi d’arte unici o accessori da collezione.
Dietro a questo cambio di rotta ci sarebbero il significativo aumento dei prezzi, dovuto alle numerose crisi internazionali, e una rivoluzione nelle priorità dei consumatori.
“Non si può trascurare il cambio di umore che ha investito il pubblico” spiega Luca Solca, analista di Bernstein. “Si è esaurita l’euforia post-pandemica, e i consumatori più abbienti si sono detti ‘meglio godersi la vita che morire ricchi‘. I clienti del lusso si stanno semplicemente orientando in maniera graduale a shopping più sobri”.