Altro che “villaggio di pescatori”, Saint-Tropez. Così viene ancora definita in certe guide turistiche, che poi raccontano, naturalmente, del boom turistico e della dolce vita à la française di questa località della Costa Azzurra francese conosciuta in tutto il mondo.
Ma, come dicono i residenti, “non è più Saint-Tropez, ormai è LVMH Ville”.
E per LVMH si intende LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE, multinazionale proprietaria di oltre settanta marchi, fra cui Christian Dior, Bulgari, DKNY, Fendi, Céline, Guerlain, Marc Jacobs, Givenchy, Kenzo, Loro Piana, Emilio Pucci, Louis Vuitton, TAG Heuer, Tiffany, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Hennessy e chi più ne ha più ne metta… Per tacere delle attività nell’editoria e, ancora, nel ramo alberghiero.
Come racconta il quotidiano inglese “The Guardian“, tra le viuzze del centro storico di Saint-Tropez è possibile acquistare una borsetta di Celine per 25.000 euro o, se volete risparmiare, si fa per dire, potreste sborsare “appena” 4.000 euro per un trench di Christian Dior o 2.000 per una valigia Rimowa. Più che pescare pesci, insomma, a Saint-Tropez si pescano oggetti di culto…
Ma i residenti che vivono qui da generazioni si stanno stufando: “il troppo stroppia”.
La presenza, massiccia, di super-ricchi ha fatto lievitare e non poco i prezzi degli immobili, costringendo molti residenti storici a trasferirsi, per sempre.
“Le persone che vivono qui da sempre sono costrette a spostarsi di chilometri nell’entroterra e a tornare in auto per lavorare. Le case, gli appartamenti, le case popolari: tutto è stato acquistato! Queste persone vivevano qui tutto l’anno, mentre i ricchi vengono solo per alcune settimane in estate. In inverno c’è così poca gente che i negozi di alimentari fanno fatica ad andare avanti”, spiega Vérane Guérin, battagliera consigliera comunale di Saint-Tropez.
Secondo gli analisti, addirittura, fra non molto Saint-Tropez (che attualmente conta poco più di 4.000 abitanti) sarà popolata solo da miliardari.
Il problema non è tanto (o non solo) la presenza di “turisti-abitanti” con una grande disponibilità economica, che tutto vogliono e tutto comprano. Il problema sono anche gli investimenti, giganteschi, dei maggiori colossi del lusso. “I ristoranti, gli hotel e i caffé indipendenti vengono tutti acquistati da gruppi di lusso, uno dietro l’altro”, aggiunge la consigliera comunale Vérane Guérin.
Basta, appunto, un giro il centro storico per rendersi conto di quanti negozi siano riconducibili a LVMH e, quindi, a Bernard Arnault, l’uomo più ricco d’Europa, nonché il fondatore di questo impero, il cui yacht è talmente grande da non poter neppure entrare in porto!
La maggior parte dei facoltosi presenti a Saint-Tropez ha preso casa in una zona collinare denominata “Les Parcs“: le ville più belle, soprattutto dei vip della finanza, si trovano lì. L’area è recintata e presidiata da guardie di sicurezza, con un centinaio di telecamere.
Secondo le agenzie immobiliari specializzate nel lusso, i prezzi sono fra i più alti al mondo. E, appunto, sono lievitati: un decennio fa il prezzo medio di una casa a “Les Parcs” si aggirava sui 5 milioni. Oggi parliamo di 13 milioni…
L’accusa secondo cui Saint-Tropez è diventata troppo esclusiva continua a far capolino su giornali e portali web. Alcuni ristoranti, ad esempio, sono stati accusati di riservare il posto soltanto a chi, in base a un database di visite precedenti, è considerato un grande cliente: ovvero, uno spendaccione. Un operatore del settore, al quotidiano “Nice-Matin”, ha confermato la strategia commerciale: “In pratica, si tratta di dire se siete disposti a spendere senza limiti o se siete dei pesci piccoli. In quel caso, al ristorante non c’è mai posto”.
La sindaca Sylvie Siri – una vaga somiglianza con Brigitte Bardot, “icona” di Saint-Tropez – ha definito “spregevoli” queste pratiche e ha annunciato che farà qualcosa di concreto per far sì che la città torni ad essere la “Saint-Tropez di tutti”. Ma, restando in tema, non sa che pesci pigliare…