Finalmente stanno per tornare a casa le sette opere di origine italiane trafugate e vendute illegalmente al Museo del Louvre di Parigi, dopo una trattativa durata anni e una controversia che affonda le radici in epoche ben più remote.
A confermare questa notizia è la nuova direttrice del Louvre, la critica d’arte francese Laurence des Cars. Succeduta all’ex-presidente del museo, Jean-Luc Martinez, la Dottoressa De Cars intende investigare a fondo in merito al furto e alla successiva vendita delle opere ingiustamente custodite dal Louvre; la sua risposta arriva dopo un assordante silenzio da parte del suo predecessore che, di fronte alle richieste del governo italiano di avviare una trattativa, aveva preferito non rispondere.
Ora, grazie all’intervento del Ministro della Cultura Sangiuliano e di due archeologi coinvolti nella controversia, l’Italia potrà riavere quanto le è stato tolto.
“Ritengo che delle opere di dubbia provenienza siano una macchia nelle collezioni del Louvre” ha spiegato Laurence De Cars al più importante quotidiano francese, il Le monde.
Quali sono, però, le opere che torneranno in Italia?
Si tratta in gran maggioranza di reperti risalenti all’antichità del nostro paese, che includono alcuni cimeli di grande valore come un’anfora del V secolo A.C. attribuita al “pittore di Berlino”, anonimo ceramista ellenico, un vaso antico del pittore di Ixion datato tra il III e il IV secolo A.C e, infine, una coppia di nereidi, ninfe del mare mitologicamente collegate alle acque della Puglia.
Le indagini in merito al trafugamento di queste opere per ora sembrano individuare un unico colpevole, il mercante italiano Gianfranco Becchina, il quale avrebbe venduto alcuni dei cimeli proprio al Louvre durante gli anni ’80; similmente, anche l’anfora del pittore di Berlino è arrivata al museo francese dopo un acquisto a un’asta di Sotheby’s.