Il maltempo continua a imperversare in Emilia Romagna, causando numerosi danni su tutto il territorio e, in particolare, lungo l’appenino bolognese e romagnolo.
Città sommerse, fiumi esondati e spiagge stravolte sono gli elementi di uno scenario apocalittico, e le intense piogge che hanno colpito l’area negli ultimi giorni sembrano non aver alcuna intenzione di arrestarsi: secondo gli esperti, le precipitazioni sono talmente intense da corrispondere circa alla quantità di pioggia che bagna la regione nell’arco di mezzo anno.
Tra le città più colpite troviamo Forlì, Cesena, Faenza, Ravenna, Rimini e Riccione, mentre Bologna ha visto via Saffi e via Emilia sprofondare sott’acqua: questo è il risultato dell’esondazione di ben quattordici fiumi, qualcosa di inedito per l’Emilia Romagna.
I numeri di quest’alluvione riassumono un disastro di significativo impatto, in cui i vigili del fuoco hanno effettuato oltre mille interventi e in cui gli sfollati superano le cinquemila persone; il numero delle vittime accertate è pari a otto, ma rimane incerto il totale dei dispersi.
“È una situazione pesantissima che sta mettendo a dura prova la Regione Emilia Romagna, ma reagiremo: prima cosa mettere in sicurezza le persone, serve ancora sforzo, poi penseremo ai danni”, ha dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
La crisi territoriale è concreta anche per le numerose industrie e aziende della regione, in ginocchio di fronte agli effetti catastrofici delle piogge. Questo è il caso, ad esempio, della compagnia di Claudia Bellini, fondatrice del marchio Clò by Claudia B e presidente di Cna federmoda Ravenna.
“Il centro del mio comune è allagato, ci sono aziende di sartoria con l’acqua che arriva a metà delle vetrate. A Faenza diverse attività sono praticamente scomparse sotto il fango”, ha raccontato Bellini.
L’area industriale del territorio ravennate, infatti, ha dovuto fare i conti con mancanza di elettricità, strade allagate e, nei casi peggiori, di danni permanenti alle strutture delle proprie attività; i più fortunati, come il calzaturificio Pollini di proprietà di Aeffe group, sono rimasti aperti, seppur a basso regime.
“Le strade in prossimità dei fiumi e dei canali sono impraticabili e buona parte del personale non ha potuto raggiungere l’azienda, anche perché c’è chi ha avuto danni ingenti in casa”, aggiunge il direttore generale della compagnia, Marco Piazzi.