La collezione firmata Dior e impreziosita dai ricami della scuola Chanakya School Of Craft ha debuttato a Mumbai, all’ombra di una location di estrema importanza, il Portale dell’India.
Un evento particolarmente atteso e che non soltanto contribuisce a riconsolidare i rapporti tra la maison e il mercato indiano, particolarmente attivo nell’economy del luxury e dell’alta moda, ma che celebra e dona visibilità alla figura femminile in quanto protagonista, artigiana e tessitrice della bellezza; una strategia che conferma con ancora più decisione la filosofia di Maria Grazia Chiuri, che della valorizzazione della donna ha fatto la propria ispirazione e missione.
La scuola di Chanakya è stata scelta proprio per questo motivo: si tratta di una realtà esclusivamente femminile, la cui fondazione stessa è legata al mito delle origini di maison Dior, come confermano Karishma e Nehal Swali, guide dell’accademia. La Chanakya permette alle donne indiane di imparare l’arte del ricamo e di divenirne artiste, un’opportunità assolutamente non scontata in una realtà sociale in cui gli artisti sono ancora ed esclusivamente uomini.
“Crediamo che sia importante creare una nuova generazione di artigiani del ricamo: in Europa vale in Francia come in Italia. Ma anche in India l’artigianato sta scomparendo e con questa collezione vorrei celebrare il ricamo come forma d’arte. Quindi, la considero una collezione dedicata ai métiers d’arts, come si chiamano in Francia. Anche per questo, ho articolato il lavoro degli atelier Chanakya con quello di vari artisti, per affermare con forza che il ricamo è una creatività che può essere utilizzata non solo nella moda, ma anche come forma d’arte“, ha spiegato Maria Grazia Chiuri.
Il risultato di questo fatidico incontro è una vera e propria lettera d’amore all’India, che non soltanto dimostra consapevolezza, ma che racconta una storia di ammirazione reciproca, come conferma la testimonianza della direttrice creativa.
“Era il mio sogno nel cassetto venire a sfilare in India. Un sogno molto complesso ma che nasce dalla voglia di celebrare questo Paese che ha tradizioni incredibili nel ricamo, e con cui collaboro da molti anni, ha fatto superare a me e alla Maison ogni ostacolo”, conclude, infatti, la Chiuri.
La collezione parte da un’origine comune: il Sari, l’abito tradizionale indiano, che qui si declina in un dress avvolgente, talvolta articolato in gonna e camicia oppure in corsetti, lunghi abiti, cappotti, e cappe ricamate; anche l’abito tradizionale maschile, il Nehru, un gilet ricamato e con le passamanerie dorate, trova una nuova declinazione dal sapore contemporaneo.