In occidente cerchiamo di combattere la vecchiaia con tutte le nostre forze, tanto da aver creato e supportato un’intera industria cosmetica e chirurgica che promette di sconfiggere lo scorrere inevitabile del tempo.
Se nell’antichità l’avvento di rughe e capelli bianchi rappresentava un raggiungimento di grande importanza, una medaglia di esperienza e saggezza, oggi è forse una delle paure più grandi che affligge l’umanità: invecchiare è sinonimo di bruttezza, di debolezza e, soprattutto, è un evento che preannuncia una morte impossibile da ignorare.
Tuttavia, non tutti vedono la vecchiaia in questi termini.
Lo dimostra la sfilata digitale organizzata dal regista nigeriano Malik Afegbua, professionista del settore ed esperto di realtà virtuale e aumentata attualmente basato in Lagos, che ha scelto di rappresentare l’infinito patrimonio culturale e vestiario africano con un fashion show composto interamente da modelli anziani, avvolti in turbanti, vestiti tradizionali, collane simboliche e orgogliosi della loro bellezza naturale, che non cela capelli brizzolati, rughe e segni del tempo.
“La moda come promemoria del fatto che si è forti, si è reali, anche nella vecchiaia“, dichiara Malik Afegbua, sintetizzando così un progetto dall’impatto estremamente significativo.
Non è la prima volta che la moda include modelli e modelle âgé, ma la genuinità e il legame personale che lega Afegbua e il suo show digitale sono evidenti.
Altri esempi di alta moda inclusiva che coinvolgono l’industria mainstream sono l’ingresso in passerella della modella JoAni Johnson, scelta per la campagna Fenty by Rihanna, o la figura di Linda Spierings, modella olandese e musa di Peter Lindbergh, tornata sulla passerella di Alaïa in occasione della sfilata Haute Couture autunno inverno 2022/2023.