L’Italia si riconferma protagonista del lusso mondiale.
Lo rivela uno studio diretto da Deloitte, il Global powers of luxury goods 2022 report basato sul fatturato generato nell’anno fiscale 2021 dalle vendite dei beni di fascia alta dei primi 100 gruppi al mondo.
Mondialmente si è calcolato un guadagno complessivo pari a 305 miliardi di dollari (294,4 miliardi di euro al cambio di oggi), una cifra superiore di quasi 53 miliardi rispetto all’anno scorso e che ha segnato una crescita dell’8% rispetto alle percentuali registrate nel 2019; in generale tutta l’industria del lusso sta vivendo un momento di benessere, perfettamente sintetizzato da un andamento positivo del +21,5% e da un margine di profitto del 12,2% (+7,1% anno su anno).
L’Italia si è distinta in quanto top player a livello mondiale, contribuendo al 35% delle entrate a livello internazionale: tra i marchi in risalto, troviamo Prada, Moncler e Giorgio Armani, che nella top 100 si sono rispettivamente classificati al 18°, 27° e 28° posto.
Quasi tutte le vent’uno società italiane hanno registrato un aumento a doppia cifra delle vendite di beni di lusso, compreso tra il 17,3% e il 49,3%, con una crescita composita anno su anno superiore alla media del 27,2%, e quasi tutte hanno riportato profitti.
“In questo periodo di cambiamento e incertezza, l’appeal delle aziende del settore lusso si è riconfermato. Il comparto è stato capace di reinventarsi e avviare un processo di trasformazione considerevole, portando concetti quali sostenibilità, economia circolare e innovazione al centro delle proprie strategie di crescita per i prossimi anni”, ha commentato Giovanni Faccioli, Global fashion & Luxury practice leader di Deloitte. “Oggi più che mai le aziende di questo settore sono in grado di essere vicine ai consumatori in termini di servizio, produzione, ascolto e condivisione dei medesimi valori”.