Il rincaro dei prezzi influenza anche l’industria della moda, che, di fronte a materie prime più costose e a una manodopera costantemente in movimento, si allontana ancora di più dalle aree del mercato più popolari, ampie e accessibili.
Un atto di self-sabotage, come potremmo dire in inglese, quindi un sabotaggio a proprio discapito, che oltre a modificare gli andamenti delle vendite, contribuisce a svalutare il concetto e il valore del lusso in sé e per sé, innalzando, invece, i capi contraffatti, i dupes, i prodotti realizzati dalle fabbriche di fast fashion dislocate in tutto il mondo.
Secondo i dati raccolti dalla Property and Youth Scoreboard, il 52% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni ha dichiarato di aver comprato online almeno un prodotto falso nell’ultimo anno: il 37% del gruppo campione considerato (22.021 individui) ha motivato l’acquisto di un dupe rimarcando l’aumento dei prezzi del settore dell’alta moda, che più ha costretto i consumatori a ricercare alternative più accessibili.
Dati che preoccupano gli analisti e che dipingono un futuro fortemente dominato dai capi contraffatti di matrice fast-fashion. Infatti, l’OCSE stima che il valore complessivo prodotti e merci contraffatte arriverà a sfiorare i 3 trilioni di dollari nel 2022; altri fattori indicano una forte mancanza di consapevolezza nei consumatori, dato che il 60% di loro dichiara di non essere in grado di distinguere tra falsi e veri capi di lusso e, anzi, talvolta di preferire rivolgersi alla fast fashion piuttosto di “pagare il privilegio” promesso da una maison.
Questo meccanismo malsano risulta poi amplificato dalla continua pubblicità ed esposizione mediatica che il lusso (e non solo) riceve ogni giorno, grazie a campagne pubblicitarie, personalità dei social media e un continuo “flexing” (un’ostentazione forzata e insistente) di capi d’alta moda e luxury items su Instagram, TikTok e video musicali.
Il risultato è un circolo vizioso di desiderio, acquisto compulsivo e accumulo di capi di cattiva qualità, realizzati da catene di montaggio irresponsabile come Shein, le cui conseguenze impattano principalmente l’ambiente e i lavoratori sfruttati che per la contraffazione hanno sacrificato la vita.