Rappresentare la realtà haute couture attraverso il cinema è una missione complessa, dato che il rischio di cadere in una sterile campagna commerciale è appena dietro l’angolo: l’obbiettivo è realizzare una pellicola che celebri la storia, l’artigianalità e la filosofia di una maison, esplorandone le particolarità artistiche e le innovazioni, pur mantenendo una forte ed efficace componente narrativa.
Per questo motivo i grandi nomi dell’alta moda preferiscono approcciarsi al grande schermo attraverso apparizioni silenziose, mai del tutto esplicite. Basti pensare alla creazione dei costumi per il recentissimo film Elvis o per l’amato Spencer da parte di Prada o all’intera produzione di House of Gucci, che per quanto racconti la storia travagliata della famiglia che al brand ha dato nome e identità, non si associa mai direttamente all’attuale marchio.
Chi non ha seguito questa strategia, è spesso incappato nel fallimento: nel 2014 Yves Saint Laurent sbarca al cinema e propone due film biografici sul suo fondatore, radicalmente diversi l’uno dall’altro; uno dei due si dimostra anche controverso, a causa dell’enorme quantità di di sesso e di uso di droghe in esso contenuti (elementi che contribuirono a distruggere il film agli occhi dello stesso Pierre Bergè).
Diversamente ha scelto di fare Dior, che nel 2021 ha proposto Haute Couture di Sylvie Ohayon e nel corso dell’estate 2022 Mrs. Harris Goes To Paris: due lungometraggi diversi, ma che trovano terreno comune in una rappresentazione rispettosa, sentita e genuina.
Entrambi i film sono ambientati nell’atelier di Avenue Montaigne, che ci viene raccontato attraverso gli occhi delle “petit mains”, fattore che avvolge entrambe le pellicole di un’aura da fiaba, incantevole e seducente.
Ciò che garantisce il perfetto funzionamento di questi due prodotti è il dualismo tra indipendenza al brand e fedeltà alla sua storia, combinazione che garantisce un coinvolgimento diretto degli spettatori e che permettono una campagna di marketing e pubblicità silenziosa, discreta, trasmessa dalla narrativa stessa e dalla magia del grande schermo.