La guerra scatenata dalla Russia costa cara ai grandi player di lusso, i numeri testimoniano una flessione dei consumi peggiore dell’epoca Covid.
Un momento molto delicato per il settore, complice anche lo scenario internazionale, visto l’aumento dell’inflazione e la situazione pandemica in un mercato importantissimo come quello cinese.
Fattori che minano la situazione sul lato degli approvvigionamenti di materie prime, insieme ai rincari per l’energia.
Il primo a farne le spese è il gruppo Lvmh, la sua capitalizzazione si è ridotta a 293,4 miliardi, oltre 35 in meno dei 328,6 miliardi del giugno 2021, col titolo che ha chiuso la settimana in Borsa a Parigi sui livelli di aprile 2021, a 581,3 euro (+2,8%). Per l’altro colosso francese Kering la perdita è quasi pari in valore: la capitalizzazione è scesa a 57,3 miliardi di euro dai 91,9 miliardi del giugno scorso. Le azioni erano scese col Covid a 357,6 euro il 18 marzo 2020, per crescere poi fino a 792,1 euro il 12 agosto 2021 e venerdì hanno chiuso a 460,1 euro (+2,4%).
Meno imponente l’impatto su Richemont, la holding di Ginevra dell’alta orologeria e gioielleria, che conta 61,1 miliardi di franchi (58,6 miliardi di euro) di capitalizzazione, rispetto ai 65,1 miliardi di franchi del giugno scorso. Il titolo ha chiuso la settimana a 106,5 franchi (102,2 euro, +1,3%), dopo che il 7 dicembre 2021 era balzato a 144,7. Per Hermes International la capitalizzazione è scesa a 112,9 miliardi di euro, a fronte dei 122,3 del giugno scorso, comunque superiore ai 92,4 del gennaio precedente. Il titolo aveva raggiunto un picco a 1.675 euro per azione il 19 novembre 2021, e ora ha chiuso a 1.070 euro (+3,4%), sui livelli di maggio 2021.
(fonte: ansa)