Prada è anche dialogo tra moda, cultura e arte e lo dimostra presentando una mostra dal nome “A moon Wrapped in Brown Paper”, programmata dall’11 novembre 2021 al 9 gennaio 2022 a Prada Rong Zhai a Shanghai, la storica residenza del 1918 restaurata dalla maison e riaperta nel 2017.
Gli artisti coinvolti sono Nathaline Djurber e Hans Berg, rispettivamente uno creatore di uno stile cinematografico che utilizza animazioni in argilla e l’altro che compone brani musicali ipnotici per video e istallazioni. Le due menti creative lavorano in coppia dal 2004 e per questa occasione hanno ideato una narrazione sospesa tra grottesco e drammatico, dal forte carico emotivo, attraverso video, animazioni, installazioni e opere scultoree.
“A Moon Wrapped in Brown Paper”
Miti e leggende vengono sondati attraverso la riscoperta dei desideri umani e degli istinti animali, talvolta creando anche opere complesse combinando linguaggi culturali diversi che danno origine ad ambienti immersivi, tra musiche originali e immagini studiate nel dettaglio.
“A Moon Wrapped in Brown Paper”
“A Moon Wrapped in Brown Paper” è un insieme di video e sculture realizzati tra il 2000 e il 2019 che, attraverso un tappeto organico che collega le stanze della dimora storia di Prada, trasporta il pubblico in un viaggio verso un universo onirico. Un paesaggio fluido animato da personaggi fiabeschi, animali e creature fantastiche che riflettono le fantasie stravaganti e seducenti dei due artisti.
“A Moon Wrapped in Brown Paper”
“Il mondo nell’opera di Djurberg e Berg è dominato dai mostri. È una dimensione carnevalesca dal ritmo frenetico in cui l’osservatore si trova di fronte immagini e narrazioni provocatorie senza mai sentirsi alienato. Il mondo parallelo di questa favola oscura è popolato di animali bizzarri, demoni di diverse forme ed esseri umani ripugnanti, figure atipiche che incarnano alcune tematiche contemporanee: dalla fluidità di genere alle identità molteplici, dalla capitalizzazione del desiderio all’onnipresenza della violenza fisica ed emotiva” ha spiegato il curatore e critico Yang Beichen.
