Negli ultimi anni il mondo della moda si è evoluto ampliando l’idea del ”bello” e, aprendosi a diversi stili, si è trasformato anche in un settore libero di esprimersi e che smonta i limiti di genere, taglia, età ed etnia.
I fisici perfetti e lineari delle classiche modelle scelte dalle maison di alta moda sono oggi affiancate anche da donne più sinuose e formose rispecchiando quella che è la vita di tutti i giorni. Non è facile avere un fisico perfetto, la perfezione non esiste e questa rivoluzione nel settore lo dimostra.
Non serve avere il corpo delle modelle per vestire un determinato brand ma è necessario invece, parlare di inclusività e uguaglianza. Pubblicità inclusive e positive beauty sono ormai all’ordine del giorno, privilegiando quindi un senso di benessere e accettazione di sè.
Niente più bellezza o forme omologate nel settore moda in cui è stata recentemente ritirata dopo tre denunce uno dei nuovi spot Max Mara. Tale inserzione era stata inserita nel Sunday Times il 28 febbraio ma l’Advertising Standards Authorithy, l’organo che regola l’industria pubblicitaria nel Regno Unito, ha scelto di vietarne la riproduzione perchè la protagonista idealizzava ”una magrezza malsana” messa in risalto dalla scelta di fotografarla di lato, con ossa sporgenti e visibili attraverso l’abito.
L’autorità aggiunge “riteniamo che la modella appaia sottopeso e dunque abbiamo concluso che fosse irresponsabile additarla ad esempio. Abbiamo chiesto a Max Mara di utilizzare solo immagine congrue nelle sue campagne pubblicitarie”. La maison di alta moda non ha fatto attendere la risposta, informando il pubblico e l’Advertising Standards Authorithy che non era sua intenzione “indugiare sulla magrezza della modella, né promuovere ideali irrealistici o malsani, quanto piuttosto esaltare l’eleganza e lo stile degli abiti”.
Scopriremo presto come Max Mara sceglierà di reinventare la campagna pubblicitaria dopo le accuse delle autorità britanniche.