In un momento di difficoltà per il settore vitivinicolo europeo, Italia inclusa, la Commissione Europea è finita al centro delle critiche per aver destinato risorse alla filiera del vino in Sudafrica. I finanziamenti, inseriti nell’ambito dei programmi di cooperazione internazionale e sviluppo, hanno scatenato forti reazioni da parte del mondo agricolo europeo.
In particolare, l’indignazione è esplosa in Francia, dove le organizzazioni di categoria hanno sollevato per prime il caso. I viticoltori d’Oltralpe, già alle prese con un drastico piano di riduzione delle superfici vitate non sostenuto da fondi comunitari, hanno scoperto uno stanziamento europeo da 15 milioni di euro a favore della viticoltura sudafricana. «Com’è possibile – si sono chiesti – che manchino i fondi per affrontare la nostra crisi, mentre si finanzia la produzione concorrente di Paesi terzi?».
Il Sudafrica, insieme a Cile e Nuova Zelanda, è tra i protagonisti del cosiddetto “Nuovo Mondo del vino”, che da circa due decenni ha acquisito quote di mercato a scapito dei produttori storici del Vecchio Continente.
Anche in Italia la notizia ha trovato ampia eco. L’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, ha espresso forte disappunto: «È assurdo che si parli di tagliare risorse alla Politica Agricola Comune e ai programmi di promozione dei prodotti europei, mentre si sostengono con fondi pubblici realtà agricole extra-UE. Così si mina la fiducia degli agricoltori europei verso le istituzioni comunitarie, sempre più distanti dalle reali priorità politiche ed economiche».
Secondo Filiera Italia, la scelta della Commissione appare ancora più incomprensibile se si considera il contesto attuale: da un lato, il settore primario europeo è sotto pressione, dall’altro si continuano a onorare impegni presi decenni fa in condizioni radicalmente diverse. «È necessario rivedere accordi datati che oggi risultano anacronistici e dannosi per la competitività dell’agricoltura europea», hanno sottolineato.
La decisione di Bruxelles si inserisce in una strategia più ampia che prevede fondi anche per altri Paesi, come dimostra l’impegno di 1,8 miliardi di euro per il settore agricolo dei Paesi Mercosur. Secondo Filiera Italia, queste iniziative rischiano di penalizzare le produzioni europee e di generare concorrenza sleale, oltre a sollevare preoccupazioni sul piano della sicurezza alimentare.
Anche dalla Sicilia arrivano critiche severe. Il presidente del Consorzio Etna DOC, Francesco Cambria, ha espresso preoccupazione per le conseguenze di tali politiche: «Sostenere la viticoltura sudafricana significa indebolire le nostre Denominazioni. Non chiediamo trattamenti di favore, ma scelte coerenti. È inaccettabile che l’Unione Europea non protegga i suoi territori e le sue eccellenze, soprattutto in un settore così legato all’identità culturale e al paesaggio».