Il colosso francese del lusso Louis Vuitton ha reagito all’imposizione dei dazi statunitensi sui beni provenienti dall’Unione Europea con un aumento dei prezzi di alcuni dei suoi prodotti più iconici. La mossa, che segue analoghi avvertimenti da parte di altri gruppi del lusso, segna una potenziale nuova fase nelle dinamiche commerciali transatlantiche.
A farne le spese, almeno per ora, è la popolare borsa Neverfull GM, realizzata nella distintiva tela con monogramma della maison. Il prezzo del modello è salito a 2.200 dollari sul sito web statunitense del marchio, registrando un incremento di 100 dollari rispetto alla settimana precedente, pari a un aumento del 4,8%. Al momento, Louis Vuitton e la sua holding Lvmh non hanno rilasciato commenti ufficiali in merito alla variazione di prezzo.
Già nelle scorse settimane, i grandi gruppi del lusso, tra cui proprio Lvmh, avevano anticipato la possibilità di dover ritoccare i listini per assorbire l’impatto dei dazi introdotti dagli Stati Uniti all’inizio del mese. Cécile Cabanis, direttore finanziario di Lvmh, aveva espresso fiducia nella capacità dei propri marchi di esercitare un certo “pricing power”, ovvero la facoltà di aumentare i prezzi senza subire un calo significativo della domanda.
Sebbene Lvmh non divulghi dati finanziari disaggregati per singolo marchio, Louis Vuitton rappresenta la punta di diamante del gruppo. Stime di Hsbc indicano che il brand contribuisce per circa un quarto al fatturato complessivo del colosso francese, ma genera oltre la metà dei suoi utili. Sempre secondo le stime di Hsbc, il marchio noto per i suoi iconici bauli con monogramma avrebbe generato vendite per circa 21,6 miliardi di euro (24,6 miliardi di dollari) lo scorso anno, consolidando la sua posizione come il più grande marchio di moda di lusso a livello globale.
La decisione di Louis Vuitton non è un caso isolato nel panorama del lusso. La scorsa settimana anche Hermès ha annunciato un imminente aumento dei prezzi negli Stati Uniti, previsto a partire dal 1° maggio, motivato anch’esso dalla necessità di compensare l’introduzione dei dazi. I dettagli precisi dei nuovi listini di Hermès sono ancora in fase di definizione.
Resta da vedere se altri marchi del lusso seguiranno l’esempio di Louis Vuitton e Hermès, e quale sarà l’impatto di questi aumenti di prezzo sulla domanda dei consumatori statunitensi per i beni di lusso europei. La mossa di Louis Vuitton, tuttavia, rappresenta una chiara risposta a un contesto commerciale in evoluzione e un segnale di come le tensioni internazionali possano riflettersi direttamente sui prezzi al dettaglio di beni di alta gamma.
