A tre anni dalla chiusura di Colette, rinomata boutique parigina in rue Saint-Honoré, con l’intento di onorarne gli ultimi sei mesi di attività, è stato presentato in anteprima domenica scorsa il docufilm Colette Mon Amour, diretto da Hugues Lawson-Body e prodotto da La Pac e Highsnobiety.
Appena un’ora di girato sufficiente però a riassumere tutta l’enfasi distintiva dell’azienda, testimoniata da alcune personalità note del fashion e dello spettacolo, tra questi Pharrell Williams, Kenye West, Lucien Pagès e Virgil Abloh.
Inaugurata nel 1997 da Colette Roussaux e dalla figlia Sarah Andelman la boutique si è da subito imposta nel contesto parigino per l’esclusività delle capsule collection proposte grazie al coinvolgimento di alcuni brand di lusso, da Chanel a Hermès, ma anche gadget di tendenza, riviste hip hop e indipendenti.
Era un concept store amato, con ben 100 dipendenti, tutti riassunti da Saint Laurent, che negli ultimi sei mesi di attività aveva, per un’idea di Sarah Andelman, reinventato il concetto di shopping monomarca, affittando il secondo piano dello stabile a sei brand, da Balenciaga a Sacai, che avrebbero dovuto a rotazione occuparne gli spazi. Non si arrivò tuttavia mai al sesto essendo sopraggiunta, d’improvviso, il 20 dicembre 2017, la chiusura totale della boutique.