La moda italiana cresce ma rallenta. In base alle rilevazioni dei Fashion economic trends, Cnmi-Camera nazionale della moda italiana rivede al ribasso le stime per il settore, previsto toccare i 102,7 miliardi di fatturato nei 12 mesi del 2023 con un’accelerazione del 4%, leggermente al ribasso rispetto alla precedente previsione di settembre, quando si pensava a un +4,5% per 103,3 miliardi di euro.
I dati sono stati diffusi nel corso della presentazione della settimana della moda maschile che si terrà a Milano dal 12 al 16 gennaio del 2024. “Ovviamente c’è qualche timore perché abbiamo due guerre in corso, la crisi del real estate in Cina, l’inflazione così alta che ci penalizza sul mercato americano – ha osservato il presidente di Camera nazionale della moda italiana Carlo Capasa a margine della conferenza stampa -. Ma considerando la congiuntura, ci sembra che la moda di alta qualità, che è quella italiana, stia reggendo molto bene e le aspettative sono buone anche per il 2024. Non sono anni di crescita forsennata ma in questo momento è importante tenere e noi terremo”. Nel complesso dei primi nove mesi del 2023 il fatturato resta in crescita del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Per il 2024 ci si può attendere una crescita del fatturato fra il 3% e il 4%.
Sul fronte dell’export si registra un rallentamento per le filiere tessile e pelle, molto positivo invece quello per i settori collegati. Le esportazioni dell’industria italiana della moda nel periodo gennaio-agosto (ultimi dati disponibili) sono complessivamente aumentate del 6.3%. Oltre che verso la Francia, primo paese cliente, l’export è cresciuto significativamente verso i paesi asiatici, +16.4% verso il Giappone, +9.7% verso la Cina, +8.6% verso Hong Kong. Il saldo commerciale complessivo di moda e settori collegati è stato nei primi 8 mesi positivo per 26 miliardi, in crescita di 2.4 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2022.