Rosso di Montalcino sugli scudi nel 2022, con vendite in crescita di quasi il 20% e un exploit della domanda nazionale. Incrementi sopra le medie anche per l’export verso Usa, Svezia, Svizzera, Germania e Francia. Lo rileva il Consorzio del vino Brunello di Montalcino a pochi giorni da Red Montalcino, l’evento di pubblico dedicato alla Doc nella Fortezza ilcinese in programma il prossimo 15 luglio. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio prezzi, la crescita tendenziale si attesta a +19% in valore, complice un ulteriore incremento del prezzo medio (+9%), salito nel 2022 ben oltre il surplus dei costi di produzione.
“Il Rosso di Montalcino ha superato l’età evolutiva e ora è a un punto di svolta – ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci –. Il prodotto è ben posizionato sul segmento premium e viene da un biennio di risultati importanti: il prezzo medio aumenta (+13% sul biennio), la domanda horeca risponde molto bene sia in Italia che all’estero, la vendita diretta è in forte incremento per un vino che ha raggiunto la sua piena identità. Compito del Consorzio è ora assecondarne la crescita non perdendo di vista gli equilibri della denominazione e per questo abbiamo avviato un confronto con i soci per definire le prossime strategie di indirizzo”. Secondo Bindocci, l’affermazione del Rosso di Montalcino, sebbene il 2023 si sia avviato in modo più tiepido, impone una riflessione: “La media dell’imbottigliato negli ultimi 5 anni equivale a 4,4 milioni di bottiglie l’anno: per alcuni sono poche – visto l’incremento del mercato – per detenere stock in cantina di un prodotto il cui sfuso arriva a 4,5 euro al litro e i cui declassamenti in uscita sono ormai pari a zero”. Il vigneto, da 26 anni contingentato a 510 ettari, è gestito per il 98% da produttori/imbottigliatori, con solo il 2% dei contrassegni distribuiti a imbottigliatori puri.
Tra i principali Paesi esteri, l’Osservatorio segnala crescite superiori al 40% per la domanda statunitense (30% del mercato internazionale) e svedese (top buyer europeo); ben sopra la media anche l’export verso Svizzera e Germania, con Uk, Belgio, Danimarca in segno positivo. Exploit della Francia, che supera il 50% di incremento, mentre scendono Canada, Norvegia, Brasile e l’emergente Sud Corea, dopo il boom della domanda degli anni scorsi. Complessivamente il continente americano rappresenta il primo sbocco per il Rosso di Montalcino, con un’incidenza sull’export totale di circa il 50%, e con gli Stati Uniti di gran lunga prima domanda mondiale. In Italia, il Nord rappresenta il 48% della domanda; tra le regioni, Toscana Lombardia ed Emilia-Romagna le migliori piazze per la Doc ilcinese. Tra i canali, distributori esteri e horeca rappresentano la fetta principale, con la vendita diretta data in forte incremento.