Si spengono le luci del teatro Ariston, tempio dell’intrattenimento sanremese e simbolo di un festival collettivamente tutto italiano, e si accendono, invece, i microfoni di tutta Italia, tra talk show della domenica e opinioni di partito.
La 73esima edizione del Festival di Sanremo si riassume così in una vittoria schiacciante di Marco Mengoni, in strani atteggiamenti della storica Anna Oxa, nella partecipazione (apprezzata o meno) di Chiara Ferragni e degli eccessi di Rosa Chemical sul palco. Tuttavia, l’urlo allo scandalo non arriva da testate giornalistiche o da programmi televisivi, ma dalle alte sfere del governo italiano, che a gran voce minacciano un cambio radicale dei vertici RAI.
Parallelamente il mondo del web e la porzione più giovane di pubblico parla ancora di una Sanremo in crisi di mezz’età, che goffamente cerca di interagire con un pubblico a cui non riesce a stare dietro: Chiara Ferragni ha non poco irritato le porzioni di audience più impegnate nel dibattito politico e femminista con un monologo dalla superficialità nauseante e con un abito Dior che ha rubato, senza nasconderlo, uno dei design di street art più famosi e conosciuti della città di Bologna, mentre lo stesso Rosa Chemical, dipinto dai giornali come una minaccia al buon costume italiano ed emblema della propaganda LGBTQ+, è un personaggio controverso, che per alcune affermazioni omofobe, misogine e razziste del passato non ha convinto del tutto un pubblico forse sempre più reattivo, ma anche più consapevole.
Il risultato di questo mosaico di controversie è la fotografia di un paese diviso, in bilico tra la politica che cerca la sobrietà e un pubblico che non può più accettare il volto politicamente corretto e puritano di una RAI stanca, schizofrenica e incapace di soddisfare una realtà italiana così diversificata.
Ciò che emerge, infine, è una totale assenza di coesione: in un telefono senza fili di puro caos il volto dell’Italia si contorce, disperatamente in cerca di un’identità unitaria, e finisce per ridursi a una smorfia confusa.