La dimensione artistica si fonde con un delicato e complesso sistema di riscoperta urbana grazie all’iniziativa Porta Venezia Design District, o l’Altro Distretto, una parentesi tutta milanese che ci permette di comprendere le evoluzioni del mondo del design, dell’architettura e del loro impatto su di un’identità forte, radicata tra le vie di Porta Venezia e tra la moltitudine di realtà che le abitano.
Su uno sfondo di monumenti e angoli emblematici della città di Milano, si proiettano le evoluzioni di un quartiere che oggi si presenta come il prodotto di un intenso processo di stratificazione socio-culturale: l’Altro Distretto racconta una storia urbana in cui il cambiamento non è temuto o ricercato, ma è lo stato naturale di una realtà fondamentalmente dinamica e mai immobile.
L’architettura diventa una testimonianza d’eccellenza per una realtà eterogenea e mutevole, carica di contrasti e di difficile definizione, e il progetto di Altro Distretto intende considerarla ispirazione principale per la creazione del neo-quartiere di Porta Venezia.
“Porta Venezia Design District nasce con la volontà di valorizzare e celebrare la diversità e l’unicità di un’area di Milano attraverso il linguaggio contemporaneo del design. […] La presenza di MEET Digital Culture Center e i progetti di riqualificazione urbana che, nel 2026, vedranno protagonista quest’area della città (il MAD, Museo d’Arte Digitale e LOC, Loreto Open Community), ci consentono, inoltre, di guardare avanti intraprendendo un percorso di crescita che guardi al futuro. Il nostro obiettivo, in questo anno zero, è creare valore coinvolgendo attivamente le community del territorio, sviluppando una progettualità che non si esaurisca soltanto nel Fuorisalone”, spiega Marco Samorì, team Creative Direction Mktg&Comms Porta Venezia Design District.
“L’antropologo e scrittore Marco Aime dà della parola altro una definizione che è stata per noi una significativa fonte di ispirazione: […] coloro che definiamo “altri” sono spesso il prodotto di una nostra costruzione e non una realtà oggettiva. Perché allora costruire l’altro? Perché è indispensabile per definire “noi” […] La definizione ha acceso una riflessione evidenziando l’importanza e la necessità, ancora oggi, di caricare la parola altro di accezioni positive. L’impegno nel perseguire la nostra visione trova nel concetto di altro design, inteso nel suo significato più puro di progettualità, la propria attuazione: l’esaltazione della diversità, tramite la coesistenza di codici espressivi e linguaggi differenti, risulterà essere nella sua concreta espressione inclusiva“, conclude infine Carlo Barbarossa, team Creative Direction Mktg&Comms del distretto.