Nell’ultimo giorno dedicato alla haute couture parigina, Kim Jones, direttore artistico delle linee Couture e Womenswear di Fendi, sceglie di celebrare non soltanto la storia della maison, ma anche la sua anima intrinsecamente multiculturale.
“In questa stagione volevo allontanarmi da Roma, o almeno volevo collocare la Città Eterna in un contesto globale“, spiega infatti il direttore artistico. “In questa collezione, abbiamo lavorato su frammenti di diverse città, vale a dire Kyoto, Parigi e Roma. La natura frammentaria delle cose echeggiava in tutta la collezione, come frammenti di memoria o impressione di cose passate, presenti e future”.
Un mosaico di luoghi, epoche e ricordi quindi la nuova collezione di Fendi, i cui tratti distintivi si individuano un’evidente influenza nipponica, interpretata attraverso una prospettiva occidentale, e la forte componente sartoriale romana.
Arrivano così in passerella abiti dai colori delicati, massima rappresentazione di leggerezza nelle forme e nei materiali, con decorazioni minuziose, che spaziano dai ricami a vere e proprie costellazioni di cristalli; dettaglio che racchiude il significato e il biglietto da visita della collezione sono le inserzioni di frammenti di kimono dalle fantasie risalenti al diciottesimo secolo, un momento in cui occidente e oriente si erano riuniti, tra conflitti e scambi sinceri, nei porti giapponesi.










