La Blue Gallery di Venezia presenta la mostra “Sguardo a distanza”, esposizione personale di Giuseppe Modica, aperta al pubblico dal 12 maggio al 12 giugno. In questa selezione di lavori recenti, l’artista indaga il concetto di “distanza” come elemento pittorico, concettuale e percettivo. La sua ricerca si sviluppa attraverso una contemplazione dello spazio, costruita nel dialogo tra primi piani e orizzonti remoti, fino a toccare terre lontane, architetture fortificate, presenze sospese tra realtà e immaginazione. La pittura diventa per Modica una soglia, un filtro sensibile: uno spazio fenomenico ed emotivo dove la geometria dell’aria e la tensione della luce si uniscono in una prospettiva fluida, capace di contenere memoria, presente e futuro.
“Abbiamo deciso di dedicare una mostra a Modica – spiega il curatore Silvio Pasqualini – per una profonda sintonia. Il blu è il suo colore interiore, il mare e la luce della sua Sicilia. È un legame profondo, istintivo, che attraversa le sue opere come elemento espressivo e strutturale”.
Nelle sue tele, Modica intreccia due dimensioni essenziali: una poetica e onirica, legata al racconto, e una curiosità intensa per lo studio architettonico. Le direttrici orizzontale e verticale diventano i pilastri del suo linguaggio simbolico e compositivo. “La costruzione del paesaggio nasce dall’orizzonte – continua Pasqualini – su cui si erge il verticale, luogo in cui accadono le cose”.
Per l’artista, la pittura è uno specchio, superficie e profondità insieme, che unisce percezione tattile e illusione visiva. Ogni opera si dispiega in un’armonia circolare di spazio e tempo, richiamando la filosofia dello Yin e Yang, dove esterno e interno, luce e ombra, apparenza e essenza si alternano in un flusso continuo.
“Guardare a distanza non è solo ricordare – aggiunge Pasqualini – ma compiere un’esperienza lucida e autentica. Un approccio che rimanda alla dimensione metafisica spesso attribuita a Modica, vicino per sensibilità all’universo di De Chirico. La sua pittura è un percorso di sospensione e ricerca”.
Visioni metafisiche ancorate al reale, frutto di un processo di interiorizzazione e sintesi mentale: così nascono immagini di terre lontane, fortezze immaginarie e, nelle opere più recenti, inquietanti sagome di navi da guerra. Una pittura che invita a un viaggio interiore, sospeso tra immobilità e vertigine.
Come ricorda anche il critico Claudio Strinati, Giuseppe Modica rappresenta oggi una delle figure centrali della pittura italiana contemporanea. Nato a Mazara del Vallo nel 1953, ha sviluppato, fin dagli anni Ottanta, una poetica pittorica riconoscibile, apprezzata da intellettuali e critici come Leonardo Sciascia, Maurizio Fagiolo dell’Arco, Antonio Tabucchi e Marco Goldin.
“La sua arte – osserva Strinati – si inserisce nella grande tradizione pittorica italiana, da Piero della Francesca fino ai nostri giorni, proiettandosi verso il futuro”.
L’orizzonte di Modica si muove tra metafisica e umanesimo, in un legame profondo non solo con la storia dell’arte, ma anche con la visione moderna della fisica, dove il micro e il macrocosmo si rispecchiano nella stessa struttura misteriosa. Una pittura sospesa tra lentezza e vertigine, che incarna la capacità del pensiero umano di cogliere ciò che è altrove.
Il tema della “Riflessione” assume in lui un doppio significato: riflessione come speculazione del pensiero e come immagine riflessa. Le sue opere restituiscono una percezione filtrata, mediata, che riesce a catturare ciò che sfugge allo sguardo immediato con lucidità e mistero.
“Nella pittura di Modica – spiega ancora Pasqualini – troviamo una costruzione rigorosa di piani, una simmetria calcolata che rimanda alla prospettiva di Piero della Francesca e alla modernità astratta di Mondrian. Le sue architetture visive, fatte di linee orizzontali e finestre su paesaggi nitidi, sono veri e propri ‘paesaggi della memoria’”.
Per l’artista, il tempo diventa ricordo, memoria sublimata, in cui l’infanzia – con il suo mare, la sua luce e il suo blu – si trasforma in energia creativa.
“Tutti portiamo l’infanzia in valigia – conclude Pasqualini – per Modica, questa valigia è il cuore stesso della sua arte”.
“Sguardo a distanza” è un invito ad attraversare una soglia invisibile, a lasciarsi guidare in un cammino di visione e pensiero, tra apparizione e memoria, spazio e tempo, alla ricerca dell’essenza stessa della pittura. Un’occasione rara per incontrare, nella trasparenza della luce e nel blu, l’opera di un grande maestro dell’arte contemporanea.