Dal 10 aprile all’8 febbraio 2026, Bologna ospita la mostra “Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere”, curata da Gian Luca Farinelli e John Simenon, con scenografie firmate da Gianfranco Basili. L’esposizione è realizzata dalla Cineteca di Bologna negli spazi della galleria Modernissimo, nel cuore pulsante della città, in piazza Maggiore.
Questa mostra nasce da un lavoro decennale sull’archivio custodito da John Simenon, figlio dello scrittore, ed è sostenuta istituzionalmente dal Comune di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna, dal Ministero della Cultura e in collaborazione con Adelphi Edizioni.
«Pochi autori sono riusciti a creare un universo fatto non solo di storie – spiegano John Simenon e Gian Luca Farinelli – ma soprattutto di personaggi e atmosfere così evocative, capaci di alimentare l’immaginazione di registi, sceneggiatori e produttori. Come nota Serge Toubiana, Simenon scriveva con un metodo da cineasta: entrava nei suoi personaggi come un regista, immaginando le scene, interpretando ogni ruolo, recitando ogni battuta nella sua mente, prima di tradurle in pagine».
La mostra ripercorre la nascita di Georges Sim, lo pseudonimo con cui lo scrittore esordì, e racconta Georges Simenon, geniale creatore del commissario Maigret, capace di restituire, attraverso le sue opere, le inquietudini e le atmosfere del Novecento mentre era alla ricerca di sé stesso.
Il percorso si sviluppa in otto sezioni, partendo da Liegi, città natale di Simenon, fino a Parigi, dove prese avvio la sua prolifica produzione con la cosiddetta littérature alimentaire, firmata come Georges Sim. È a Parigi che, ancora ventenne, incontra Josephine Baker. Nel 1928, intraprende un viaggio in barca che documenta con una serie di reportage fotografici. L’anno successivo dà vita al personaggio di Maigret, assumendo definitivamente la firma di Georges Simenon.
Il viaggio del 1928 è testimoniato da fotografie e da un album ritrovato appartenuto a Tigy, sua prima moglie. Un’altra tappa fondamentale è il soggiorno negli Stati Uniti, dove incontrò la sua seconda moglie. Particolare attenzione è dedicata all’Italia, Paese che conta il maggior numero di lettori di Simenon. Il suo rapporto con l’editoria italiana inizia nel 1932 con Mondadori, per poi proseguire nel 1984 con il passaggio ad Adelphi, dopo un lungo corteggiamento di Roberto Calasso, culminato nella pubblicazione di opere come Lettera a mia madre, che ne ha rivelato anche il volto più intimo e letterario, oltre l’autore di gialli.
L’esposizione presenta numerosi materiali inediti, provenienti da dieci archivi pubblici e privati: manoscritti, dattiloscritti, oggetti del suo rituale creativo – calendari, buste gialle con gli schemi delle trame, le iconiche pipe, matite, album fotografici curati da Tigy – insieme ad appunti, fotografie private e corrispondenze con alcuni dei più grandi scrittori, intellettuali, editori e registi del Novecento.
L’inaugurazione della mostra, che mette in luce il lato più creativo e affascinante della vita di Simenon – gli anni tra il 1903 e il 1936 – coincide con il quarantesimo anniversario dell’uscita, nell’aprile 1985, del primo volume pubblicato da Adelphi in Italia: Lettera a mia madre.