Alla fine 2023 il settore del turismo ha registrato un tasso di default del 4,1% per le società di capitali, stabile rispetto al periodo precedente, ma tra i più alti in Italia, confermandosi uno dei settori più rischiosi (il tasso medio per le società di capitali italiane è il 2,6%).
Lo stabilisce Crif – Centrale Rischi Finanziari, società che offre analisi e informazioni creditizie per il controllo dei rischi finanziari, le motivazioni le sottolinea Luca D’Amico, CEO di Crif Ratings: “Le imprese del settore del turismo hanno visto negli ultimi anni un’importante crescita del fatturato, beneficiando dell’aumento dei flussi turistici sia nazionali che esteri. Nonostante tale fenomeno positivo, a livello di rischiosità creditizia il settore si colloca su livelli superiori alla media, scontando un contesto di mercato fortemente competitivo e uno scenario macroeconomico incerto sia a livello nazionale che globale. Quest’ultimo continuerà a influenzare la rischiosità del settore anche nel 2024, con tassi di default attesi in crescita per fine anno”.
L’analisi per microsettori evidenzia un trend eterogeneo, con la ristorazione/bar che registra la maggiore rischiosità di credito, con un tasso di default di circa il 5%. Proprio ristoranti e bar presentano pagamenti puntuali solo nel 17,7% dei casi (contro il 28,7% rilevato su agenzie di viaggi e alberghi) e ritardi superiori ai 30 giorni nel 19,4% dei casi (percentuale più che doppia rispetto a quella osservata su agenzie di viaggi e alberghi).
In generale – come rileva lo Studio pagamenti 2024 di Cribis, società del gruppo Crif specializzata nelle business information – il settore turistico soffre maggiormente rispetto alla media delle imprese italiane per i pagamenti dei propri fornitori. Rispetto al dato medio, infatti, il comparto registra meno pagatori puntuali (20%) e un maggior numero di pagatori con grave ritardo (17,4%). Bisogna comunque tenere presente che il settore è caratterizzato da tematiche di stagionalità che impattano sulle performance.
Il settore del turismo conta in Italia oltre 400mila imprese, suddivise tra agenzie di viaggi (circa 12.300), ristoranti e bar (321.400) e alberghi (66.600). Il 97% si distribuisce tra ristorazione e ospitalità. Nel 41% dei casi si tratta di ditte individuali, seguite da società di capitali (33%) e persone (25%).
Poco più di un terzo delle imprese turistiche si concentra nel Mezzogiorno e nelle Isole, a conferma del fatto che sono questi i territori che trainano di più il settore. La regione con la più alta presenza è la Lombardia (13,5%), seguita da Lazio (11%) e Campania (10,3%).