Dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione e adeguamento degli eleganti spazi storici della Palazzina della Meridiana, riaprono completamente le sale del percorso che da oltre quarant’anni ospita le collezioni del Museo della Moda e del Costume, inaugurato nel 1983 a Palazzo Pitti – già celebre per essere il tempio della moda nel dopoguerra – che ebbe il merito di essere il primo museo statale italiano dedicato alla storia della moda, dell’alta sartoria, dell’evoluzione del gusto e del costume attraverso i secoli.
«Il costume e la sua storia sono intrinsecamente connessi con l’arte e abbiamo voluto sottolineare questo legame attraverso l’abbinamento degli abiti con una selezione di prestigiosi dipinti», ha dichiarato Simone Verde, direttore delle Gallerie degli Uffizi. «Il riallestimento del museo della Moda è molto importante per le Gallerie: questo istituto, unico nel suo genere in Italia, contribuisce a connettere il complesso con la più viva contemporaneità, consentendoci di svolgere un ruolo improntato alla più sfaccettata multidisciplinarietà, in collegamento e attiguità, com’è tradizione per il mondo della moda, con teatro, danza, fotografia e arti performative».
Il nuovo allestimento del Museo offre alla vista del visitatore un’antologia di rari e preziosi abiti corredati da accessori, scarpe, cappelli, ventagli, parasole, borse, che esemplificano per suggestioni e campioni una vasta collezione che nel totale conta più di 15.000 pezzi, e che verrà esposta nel tempo e a rotazioni secondo alternanze raggruppate per tipologie, temi e fil rouge, mantenendo tuttavia sempre fermo il criterio del nuovo schema allestitivo che ha lo scopo di illustrare per punti salienti il senso dell’evoluzione della moda dal XVIII secolo ai giorni nostri secondo un taglio storico e un racconto diacronico.
«Creare per la prima volta nella storia del museo l’esposizione permanente del nu-cleo fondamentale della collezione è stata una sfida entusiasmante», ha commentato Vanessa Gavioli, curatrice del Museo della Moda. «L’obiettivo, fin dal principio, era che dal racconto di questo itinerario emergessero i momenti salienti di una raccolta di oltre 15mila numeri d’inventario. Ovviamente per ragioni conservative vi saranno rotazioni ma la griglia cronologica e concettuale rimarrà stabile».
Dalle silhouette in stile impero, agli abiti da sposa ottocenteschi (incluso un modello con strascico di Charles Frederick Worth). L’altra novità riguarda l’allestimento in cui gli abiti d’epoca sono esposti in dialogo con una rosa di dipinti degli Uffizi, attentamente scelti per fare da controcanto alle creazioni di moda. Si va dai grandi ritrattisti del Settecento e del primo Ottocento come Carle Vanloo, Laurent Pecheux e Jean-Sébastien Rouillard, all’Ottocento maturo di Tito Conti e Vittorio Corcos fino all’avanguardia italiana di Alberto Burri.
Il patrimonio del museo è stato inoltre interamente digitalizzato, attraverso campagne fotografiche e di catalogazione, per inserire le collezioni del museo all’interno degli Archivi Digitali delle Gallerie.