Louis Vuitton è un brand globale che si propone come portatore di messaggi più che pura espressione moda e la sfilata rappresenta uno dei capitoli dell’enciclopedia del monogramma. Data la forza mediatica dell’evento, sempre affollato di celebrities, diventa la cassa di risonanza di una serie di idee e principi che a seconda del momento e dell’opportunità vengono amplificati ad hoc.
Con la sfilata uomo primavera estate 2025 il direttore creativo Pharrell Williams presenta una collaborazione con il collettivo Air Afrique, collettivo culturale francese avviato, tra gli altri, dall’omonima rivista, il cui obiettivo è celebrare la diversità storica e culturale del continente africano. Per questa collezione firma il teaser della sfilata trasmessa il giorno prima in rete, che vede protagonisti le giovani generazioni guidate dallo scrittore e critico d’arte Simon Njami che cita Aimé Césaire «l’universalismo è la somma di tutti i particolarismi». Ma anche diverse nuove fantasie di questa collezione, come il tartan Checkerboard e i diversi loghi ispirati al tema del viaggio.
Completi e soprabiti in velluto nero, con quel total black che sottolinea le silhouettes e le intenzioni, aprono la sfilata che si tiene nel giardino della sede dell’Unesco a Parigi, istituzione che ha in sé il valore della cultura proprio perché la protegge universalmente. Luogo significativo perché anche fisicamente riesce a tenere insieme diversità dichiarate e notevoli. Tra le bandiere di tutti i Paesi del mondo che almeno qui non si guardano in cagnesco, sfila una collezione che abbandona anche gli estremismi dello street style e si declina nei mille rivoli delle sensibilità degli uomini contemporanei.