Da martedì 28 maggio al 23 febbraio 2025, il Museo del Prado di Madrid espone “Ecce Homo”, il quadro “scoperto” di Caravaggio (1571-1610).
Il capolavoro, dipinto dal grande artista italiano attorno al 1605-1609 – pochi anni prima della morte, avvenuta a 39 anni – e che faceva parte della collezione privata di Re Filippo IV di Spagna, è una delle 60 opere conosciute e ufficialmente attribuite a Caravaggio.
L’opera è un olio su tela che raffigura il passo biblico dell’Ecce Homo: Gesù Cristo viene presentato alla folla prima di essere crocifisso.
Il quadro misura circa 111 centimetri per 86.
La storia di questo quadro è curiosa, quanto tutta la storia degli “Ecce Homo” di Caravaggio. Perché ne esiste uno anche a Palazzo Bianco, a Genova, pressi i Musei di Strada Nuova, certificato dal 1954 da uno dei più grandi storici e critici dell’arte italiani, Roberto Longhi (1890-1970).
“Ecce Homo” genovese fu scoperto nel 1929, in un deposito comunale di Genova, e inizialmente attribuito ad modesto pittore d’ispirazione caravaggesca Lionello Spada (1576-1622), detto “Scimmia del Caravaggio”, per il suo stile “copiativo”.
E, da tre anni, è spuntato fuori l'”Ecce Homo” madrileno. Un vero derby artistico Genova-Madrid!
Del resto: quanti “Ecce Homo” avrà mai dipinto Caravaggio?
Nella primavera del 2021, il dipinto madrileno di “Ecce Homo” stava per essere messo in vendita, con la casa d’aste Ansorena di Madrid, dalla famiglia Pérez de Castro Méndez, allora proprietaria dell’opera, con il prezzo base di soli miseri 1.500 euro!!! Non grandi intenditori…
La valutazione bassa era dovuta al fatto che il quadro era originariamente stato attribuito al circolo del pittore José de Ribera (1591-1652), un discreto artista del tempo, molto attivo a Napoli con il soprannome di “Spagnoletto“.
Diversi esperti e appassionati si erano però interessati al quadro, sollevando l’ipotesi che potesse addirittura trattarsi di un Caravaggio.
E così, grazie a una segnalazione del Prado, il Ministero della Cultura spagnolo aveva bloccato all’ultimo la vendita, dichiarandolo bene non esportabile. L’opera è stata poi sottoposta a un’attenta e approfondita analisi da parte di vari specialisti, mentre il governo della regione di Madrid aveva portato avanti le pratiche necessarie per farla dichiarare “bene di interesse culturale”, per garantirne così la permanenza in Spagna anche per il futuro.
Parallelamente all’esposizione, per nove mesi, al Prado, è uscita anche una pubblicazione che rivela tutti i dettagli della “scoperta”, portando alla conclusione che “Ecce Home” sia effettivamente di Michelangelo Merisi (il vero nome del Caravaggio). Una pubblicazione che riunisce i maggiori esperti del settore. Titolo della straordinaria pubblicazione: “El Ecce Homo disvelado” (The Ecce Homo Revelead”).
La pubblicazione comprende l’interpretazione specialistica del dipinto da parte di Maria Cristina Terzaghi (Università di Roma Tre e comitato scientifico del Museo di Capodimonte di Napoli), di Gianni Papi (storico dell’arte e scrittore), di Giuseppe Porzio (Università di Napoli) e di Keith Christiansen (curatore del Metropolitan Museum of Art), ciascuno dei quali analizza aspetti diversi dell’opera. Nello specifico: le circostanze del suo ritrovamento, la provenienza e gli aspetti stilistici, tecnici ed iconografici del quadro.
Inoltre, un ingegnere nucleare specializzato nell’applicazione di tecniche scientifiche allo studio e alla conservazione del patrimonio culturale, Claudio Falcucci, ha realizzato sul quadro “una profonda indagine diagnostica”, mentre lo specialista Andrea Cipriani e il suo team hanno provveduto all’accuratissimo restauro.
Alla fine, alcuni tra i più autorevoli esperti di Caravaggio hanno condiviso la stessa appassionata certezza: “Ecce Home” è sicuramente stato dipinto da Caravaggio!

Michelangelo Merisi in arte “Caravaggio”.
Il nuovo proprietario del quadro “Ecce Homo” ha chiesto espressamente di rimanere anonimo, ma si ritiene che sia un cittadino straniero residente in Spagna, che avrebbe comprato il quadro dalla famiglia Pérez de Castro Méndez per circa 30-35 milioni di euro. Altro che 1.500 euro…
Secondo l’agenzia stampa spagnola EFE, Jorge Coll, responsabile della Galleria d’arte Colnaghi, che ha custodito il dipinto durante il restauro nei mesi scorsi e collaborato all’accordo per la sua messa in mostra, ha spiegato che il proprietario ha intenzione di tenerlo sempre esposto al pubblico, anche dopo i nove mesi in prestito concessi al Prado. Coll non ha confermato, per,ò i dati di vendita, ma sostiene che il quadro sarebbe potuto valere oltre 100 milioni di euro se non fosse stato dichiarato “bene di interesse culturale”, cioè non vendibile all’estero.