Il gruppo ginevrino dell’hard luxury ha confermato la normalizzazione dei trend di crescita del lusso: nei tre mesi al 31 dicembre scorso le vendite di Richemont sono aumentare del 4% a cambi correnti (+8% a cambi costanti) per 5,6 miliardi di euro, trainate dal comparto gioielleria (+6%), che ha compensato la flessione degli specialist watchmakers (-1%) e degli altri rami di business (-4 per cento).
Spicca in particolare l’Asia, con la Cina continentale che ha chiuso a +25% e il Giappone cresciuto invece del 18%. Ancora una volta le tre maison di alta gioielleria Buccellati, Cartier e Van Cleef & Arpels si confermano il core business per il gruppo elvetico, generando il maggior aumento delle vendite (+6%) che hanno sfiorato i 4 miliardi di euro.
Le vendite in Europa, invece, sono diminuite del 3% in valuta locale nel corso del trimestre, strategico per le feste di fine anno, a causa del calo delle spese legate al turismo, in particolare quello americano. Infatti, nel continente americano i ricavi sono cresciuti dell’8% grazie ai maggiori acquisti nei negozi locali.
La divisione orologeria – che comprende tra gli altri i marchi Piaget, IWC e Jaeger-LeCoultre – ha visto le sue vendite aumentare del 3% in valute locali, ma diminuire dell’1% una volta convertite in euro.