Il settore dell’oreficeria chiude il primo trimestre con un incremento dell’11% del fatturato. Secondo i dati elaborati per Federorafi dal Centro studi di Confindustria moda, il segmento cresce trainato dall’export che registra un aumento del 16,7%, seppur in rallentamento rispetto al rimbalzo del 2022, anno in cui il settore aveva raggiunto il record di fatturato ed esportazioni. Gli Stati Uniti si mantengono ancora il primo mercato per l’oreficeria, l’argenteria e la gioielleria italiana, pur chiudendo il periodo con un moderato +5,9% sul 2022. Seguono la Svizzera (+18,3%), gli Emirati Arabi (+11,3%) e la Francia (+18,8%), mentre calano drasticamente le vendite in Russia e Ucraina (-78,2%). Per quanto riguarda il mercato Italiano, la provincia di Milano si impone in testa alla classifica per fatturato, con una crescita del 56,2%. Seguono Alessandria (+24,4%) e Arezzo (+8,4%).
«Il settore gode ancora dell’effetto scia del 2022, dove abbiamo raggiunto i record in termini di fatturato e di export, che ha superato il 90% del turnover», ha illustrato Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi.
Per proseguire e alimentare il primato del Made in Italy nel settore, secondo l’imprenditrice veneta, occorre investire nella promozione delle eccellenze nostrane tramite campagne di comunicazione e nuovi accordi con la distribuzione internazionale, favorendo deal non solo con gli Stati Uniti, ma anche con Paesi come il Canada, la Francia e il Giappone. Il vero problema per il settore resta la formazione dei futuri professionisti. Nei prossimi dieci anni, infatti, circa 10 mila profili tecnici usciranno dal settore per il raggiungimento dell’età pensionabile.
(fonte:MFF)