Quando una qualsiasi attività cambia il proprio logo, comunica un messaggio di evoluzione e novità ai propri competitori e consumatori: forse un cambio di strategia, target, gestione o, nel caso dei colossi del luxury mondiale, di mentalità, vantaggi economici e reputazione.
Ormai è sempre più frequente, infatti, che i grandi marchi d’alta moda e non solo annuncino una modifica al proprio logo, la stessa immagine che li ha consacrati alla fama internazionale e impressi nella memoria collettiva, optando per un design più semplice ed essenziale, privo di fronzoli o trovate troppo complesse.
Se a volte questo cambiamento riguarda soltanto la grafica del logo (ad esempio, Burberry che abbandona il suo storico cavaliere per una semplice scritta in grassetto), in altre occasioni è l’intero nome del marchio a modificarsi: Yves Saint Laurent è testimone di questa variazione, dato che la maison ha preferito optare per Saint Laurent, una strategia per rendersi più approcciabile e meno formale agli occhi del grande pubblico.
Le preferenze estetiche e comunicative dei consumatori rappresentano soltanto una delle ragioni per cui questa tendenza al minimalismo si sta spargendo in ogni settore del lusso, contagiando anche giganti dell’industria digitale come Google, Facebook e Microsoft: oltre a questa motivazione, infatti, gli esperti individuano anche vantaggi dal punto di vista legale (la semplicità, infatti, distingue un logo semplicemente per i suoi caratteri e non tanto per le sue decorazioni) e comunicativo (chiarezza e immediatezza, necessarie per sfruttare gli e-commerce al meglio).