Può il denaro comprare la vita eterna?
Secondo Bryan Johnson, imprenditore statunitense di 45 anni, la risposta è sì.
Il prezzo per l’immortalità sembra corrispondere a un misero investimento di due milioni di euro all’anno, una somma piuttosto esigua per le tasche di un CEO come Johnson, arricchitosi grazie alla fondazione di Braintree, azienda specializzata in sistemi di pagamento mobile e web per società di e-commerce, e poi all’acquisizione di Venmo (ceduta a Paypal per oltre 800 milioni di dollari).
Giovinezza e salute sono l’ossessione di Bryan Johnson, che da anni ormai si sottopone a scrupolosi e giornalieri controlli medici e segue una rigorosa dieta vegana, accompagnata da lunghe sessioni di attività fisica; il miliardario è seguito da un team di eccellenza, che registra ogni possibile cambiamento all’interno del suo corpo.
L’ultima trovata di Johnson, però, lo ha fatto finire sulle testate giornalistiche di tutto il mondo e lo ha trasformato in un “vampiro” moderno, un titolo ovviamente scherzoso, ma che riassume efficacemente la “sete di sangue” che guida l’imprenditore nella ricerca della vita eterna.
Il sangue, infatti, è il nuovo ingrediente segreto per mantenersi giovani e sani. Non sangue qualunque, ovviamente, ma quello del figlio di Johnson, il diciassettenne Talmage Johson: una trasfusione trigenerazionale, potremmo dire, che non ha soltanto coinvolto Bryan, ma anche il padre di quest’ultimo, il settantenne Richard, a cui è toccato il plasma “ringiovanito” dell’imprenditore; di padre in figlio il sangue scorre e si scambia, un processo che, secondo la teoria di Johnson, dovrebbe garantire una rigenerazione cellulare e benessere.
Una pratica che la comunità scientifica ha già etichettato come nociva e priva di fondamenti: trasfusioni di questo tipo, infatti, favorirebbero l’insorgere di pericolosi effetti collaterali, tra cui fatali e imprevedibili reazioni immunitarie.