Nasce nell’assolata California il Cannawine, vino con cannabis creato negli anni ’70 dalle numerose comunità hippie che si alternavano tra le spiagge e i deserti della West Coast, ora diffuso in tutti gli Stati Uniti e in Canada grazie alla legalizzazione della marijuana.
Tra questi vigneti, fu il Chalone Vineyard a mischiare per la prima volta erba e vino, iniziando un trend sempre più diffuso e popolare. Nel 2010 il Cannawine ha raggiunto il mercato mainstream grazie all’adozione commerciale da parte di Lisa Molyneux, proprietaria di Greenway Compassionate Relief Inc. a Santa Cruz.
Basta aggiungere l’erba alle uve durante la fermentazione per ottenerlo: in questa fase, infatti, i componenti attivi della cannabis, THC e CBD, si combinano con gli aromi e la corposità del vino, grazie al calore che alimenta l’intero processo; altri metodi, invece, prevedono l’infusione del succo prima della fermentazione oppure il lasciar invecchiare il vino sui fondi di cannabis, in seguito a questa fase.
Un prodotto al limite della legalità, perché le leggi federali statunitensi impediscono la vendita di alcolici combinati alla cannabis, altrimenti legale e acquistabile in numerosi stati, e che per ora prospera grazie a un circolo di produttori e appassionati.