Non è un mistero che le nuove generazioni nutrano un profondo interesse nei confronti degli orologi vintage e personalizzabili, items che non sono soltanto eleganti, ma che raccontano qualcosa delle conoscenze, degli interessi e dello status di chi le indossa.
Un sostanziale cambio di tendenza rispetto agli anni passati, in cui gli orologi di lusso rappresentavano i feticci di una classe molto ristretta e, spesso, di età già avanzata, e che indica soprattutto una presenza più significativa dei giovani sul mercato del lusso e del secondhand.
Dalla fine del lockdown, infatti, il cosiddetto YOLO effect ha investito numerosi settori luxury, dall’elettronica fino all’orologeria: una vera e propria fame di shopping, noncurante della spesa, che ha contribuito, ad esempio, a solidificare la crescita delle vendite di orologi registrata da LVMH fino ai numeri da record che conosciamo oggi; per il gruppo francese si parla di +12%, per Richemont di un + 6% e per Hermès, in testa a tutti i colossi del lusso, la crescita ammonta a un +46% .
Anche le sponsorship di stelle del cinema e della musica hanno garantito una presa sui compratori più giovani, all’eterna ricerca della nuova tendenza da seguire per emulare i propri beniamini: per questo motivo i colossi del mondo dell’orologeria scelgono volti noti e amati dalla Generazione Z, come ha fatto Hublot con Kylian Mbappé e Chiara Ferragni o Cartier con Jackson Wang, Rami Malek, Maisie Williams, Troye Sivan e Willow Smith.
Se cerchiamo un’icona dell’alta orologeria, però, dobbiamo rivolgerci a Tyler The Creator, rapper, produttore discografico e stilista statunitense.
Sui suoi profili social, infatti, l’artista ama sfoggiare collezioni di orologi pregiati e rari, passione che gli ha fatto guadagnare il soprannome The Curator, letteralmente “Il collezionista”: una line-up di Cartier anni ’70 accompagna così una serie di orologi personalizzati.
In particolare è questa seconda categoria a star crescendo in popolarità, come conferma un’analisi dell’agenzia londinese NAMES, ente volto a supportare la crescita di brand emergenti al fianco del marchio d’alta orologeria Mad Paris.
“Siamo passati dall’orologio come oggetto che si tramanda di padre in figlio all’orologio come accessorio, pezzo su cui investire o semplicemente da collezionare. È questo che mi piace di più di questo nuovo hype, quello che si vedeva prima con le sneaker e ora sempre di più nel mondo dell’arte, per me è una nuova cultura che va assolutamente rispettata”, spiega Elena Filipponi, direttrice e co-fondatrice dell’agenzia.