Adidas ha sconvolto l’opinione pubblica quando ha annunciato una causa contro il movimento Black Lives Matter (BLM), gruppo nato per contestare le brutalità della polizia contro gli afro-americani e per lottare in favore dei diritti della comunità nera negli Stati Uniti.
Il motivo dietro alla denuncia? Una somiglianza eccessiva tra il logo scelto dal gruppo (tre linee nere sottostanti al nome) e quello storicamente associato al marchio di sportswear, che avrebbe richiesto al Trademark Office di rifiutare qualunque gadget, accessorio o capo decorato con il nuovo simbolo dei Black Lives Matter.
Tuttavia, questa drastica decisione non ha avuto vita lunga: Adidas ha già fatto un passo indietro, probabilmente per l’impatto che un’azione del genere avrebbe avuto sulla propria reputazione; antagonizzare uno dei movimenti anti-razzisti più famosi del mondo, soprattutto dopo la morte di George Floyd e le numerose proteste che hanno messo l’America a ferro e fuoco, avrebbe scavato la fossa ad Adidas, sia da un punto di vista sociale che economico.
Non è la prima volta che il colosso dello sportswear ha difeso a spada tratta il proprio logo, dato che già in passato avrebbe denunciato altri brand, da Sketchers a Juicy Couture, Marc Jacobs e Thom Browne, contro cui ha di recente perso un’importante causa relativa all’uso del grosgrain signature bianco rosso e blu.