Il fenomeno della monetizzazione dei social media è sempre più concreto, e rappresenta forse uno dei più grandi cambiamenti che potrebbero investire la realtà per come la conosciamo oggi: per la maggioranza degli utenti del mondo, infatti, esistere nello spazio digitale di realtà come Twitter, Instagram o TikTok è naturale e scontato, e l’introduzione di servizi a pagamento e di abbonamenti mensili per potenziare, tutelare o agevolare le proprie attività online rappresenta, in questa prospettiva, un vero e proprio controsenso.
A iniziare questo vitale processo di capitalizzazione è stato Elon Musk, durante i primi mesi della sua turbolenta e altamente criticata gestione di Twitter: il miliardario, infatti, ha introdotto Twitter Blue, servizio capace di offrire ai profili degli utenti la tanto ambita spunta blu (prima riservata a creators e celebrità ), una maggiore visibilità e la possibilità di pubblicare tweet più lunghi di 280 caratteri, tutto per otto dollari al mese.
Ora è Meta Verified, lanciato dal gruppo Meta, a tentare un nuovo processo di monetizzazione digitale. Facebook e Instagram potrebbero così vedere l’introduzione di un abbonamento mensile al prezzo di 11,99 dollari al mese, che garantirebbe (come nel caso di Twitter Blue) un profilo verificato, maggior visibilità e un reach amplificato, nonché un servizio clienti più efficiente.
Le opinioni sono contrastanti, ma vince un dissenso collettivo in merito a queste nuove realtà : Vox evidenzia quanto tutto il settore dei social media dovrà scendere a patti con questi cambiamenti e condivide la dichiarazione di Jason Goldman, ex di Twitter, che afferma: “L’idea di pagare un abbonamento per essere presentati in modo più prominente dall’algoritmo non è altro che pubblicità “.
Queste iniziative, tuttavia, non sono altro che sintomi estremi di un’industria in fase di metamorfosi, e che sta vedendo la sua intera struttura rivoluzionarsi: dai cambi di gestione improvvisi fino ai tagli improvvisi ai posti di lavoro, tutta la Silicon Valley sembra starsi reinventando da zero; inoltre, è l’avanzare del colosso cinese TikTok, primo per popolarità in tutto il mondo e sempre più influente, a costringere gruppi come Twitter e Meta a ritmi incessanti e a cui, inevitabilmente, non riescono a stare dietro.