Il mercato del lusso potrebbe conoscere presto un nuovo equilibrio di potere, che vedrebbe il gruppo parigino LVMH e il suo CEO, Bernard Arnault, ascendere a un nuovo livello di autorità, ricchezza e influenza: le mire espansionistiche del colosso luxury, infatti, ora coinvolgono Richemont, holding svizzera di beni di lusso, e un marchio d’eccellenza sotto la sua influenza, Cartier.
Secondo la testata giornalistica svizzera Finanz und Wirtschaft, LVMH punterebbe a integrare al suo nutrito segmento di gioielleria e orologeria anche maison Cartier, che così andrebbe ad accompagnare BVLGARI, Tiffany&Co.,e Chaumet.
Sembrerebbe una lotta tra giganti, contando che Richemont è la quarta azienda del lusso al mondo per capitalizzazione di mercato, con un ampio portafoglio di ben 26 maison e attività, tra cui Chloé, Montblanc, IWC, A. Lange & Söhne, Van Cleef & Arpels, Jaeger-LeCoultre, Panerai, Piaget e Vacheron Constantin, oltre alle piattaforme di vendita al dettaglio di YOOX Net-a-Porter Group.
Ancora incerto, tuttavia, sarà l’esito di questo scontro: ciò che è certo è la strategia economica e aziendale del gruppo Richemont, da sempre conservatore e cauto nei suoi movimenti, ma difficilmente corruttibile.
“Il nostro direttivo può essere più lento e conservatore di altri. Ma la sua apertura e imparzialità sono proprio il suo vantaggio. Non mi farò ricattare“, aveva dichiarato in passato il CEO e fondatore del gruppo, Johann Rupert, in merito a una possibile vendita del suo gruppo.