La moda rivede al rialzo i numeri del 2022, passando da una crescita del fatturato dal 16 al 18% per i 12 mesi appena conclusi a quota 98,3 miliardi di euro, secondo i Fashion economic trends di Cnmi-Camera nazionale della moda italiana.
Dopo la brillante crescita di inizio anno (fatturato +20% nel primo semestre), il terzo trimestre è stato brillante ma in lieve rallentamento (+19%), mentre i primi dati del quarto confermano per ottobre e novembre una crescita prossima al +20%, smentendo le attese di una frenata netta per l’impatto dei prezzi dell’energia.
“Per il 2023 il settore è previsto in salita del 4% per 102,2 miliardi di fatturato, rimaniamo cauti nelle previsioni per l’incremento dei prezzi. Quelli industriali nella filiera sono aumentati del 7,1%, ma l’inflazione al consumo dei prodotti fashion si è comunque mantenuta inferiore a quella media. Tuttavia i fattori di incertezza rimangono in relazione allo scenario internazionale, dalla guerra ai costi dell’energia che non si sono ancora stabilizzati”, ha detto questa mattina il presidente di Cnmi, Carlo Capasa, durante la conferenza della Milano fashion week women’s collection, in scena dal 21 al 27 febbraio con 54 sfilate fisiche e 70 presentazioni.
“Abbiamo chiesto al governo di favorire le fusioni di piccole aziende. Dobbiamo cercare di fare delle attività a supporto delle pmi, come creare nei distretti che sono la nostra forza, una digitalizzazione diffusa che queste realtà non potrebbero altrimenti affrontare. Di fronte alla perdita di valore di acquisto per tante classi di lavoratori nella moda, abbiamo richiesto anche un welfare aziendale per metterli in condizioni migliori”, ha evidenziato il numero uno dell’associazione.
Per l’insieme della moda e settori collegati, l’export è aumentato del 19% nei primi 10 mesi del 2022, sia verso i Paesi extra-Ue (+19,7%), che verso i Paesi Ue (+18,2%). Lo scenario è dominato dalla “straordinaria” performance verso gli Usa (+39,1%), la Corea (+31,0%) e gli Emirati (+34,2%). Verso la Cina l’incremento è stato buono, malgrado il blocco causato dalla politica Zero-Covid cinese (+19,5%). La generale ripresa del mercato interno ha trascinato anche le importazioni (+32,9%), con un +54,0% dalla Cina e in generale + 57% dall’Asia.