Colm Dillane, nuovo direttore creativo di Louis Vuitton, aveva una missione difficile da portare a termine: reggere il confronto con il compianto Virgil Abloh e proseguire la sua eredità creativa senza sfociare nella becera imitazione, tutto questo entro la sfilata programmata durante la Parigi Fashion Week.
Il fondatore del marchio KidSuper, conosciuto per le sue creazioni colorate e infantili, ha così schierato i suoi punti di forza e ha approcciato il patrimonio artistico e culturale di Abloh; il risultato di questo incontro, inaspettato dai più e dall’esito incerto, è una collezione nostalgica, capace di raccontare una storia di infanzia, crescita e scoperta grazie alla grande capacità narrativa di Dillane.
Sullo sfondo della cameretta di un bambino, i modelli si alternano uno dopo l’altro e ci permettono di sbirciare tra le righe di quella che per Louis Vuitton è una vera e propria dichiarazione di intenti: la maison crescerà e riuscirà a calzare perfettamente le vesti di Virgil Abloh e a seguirne le orme.
Colori accesi e forme eccessive raccontano una storia di “mascolinità paterna“, di adolescenza e sviluppo, e rimandano all’atto infantile di vestirsi come i propri genitori, per imitarli e sentirsi più grandi e forti; soldati con elmetto precedono abiti eleganti colorati come una tavolozza oppure outfit dal sapore streetwear e urban, obbligatoriamente variopinti.
Le fantasie si succedono frenetiche, e passano da intricati pattern floreali a mongolfiere bianche, come se fossero state disegnate con il gesso, fino a raggiungere il loro apice con veri e propri ritratti, paesaggi o screenshots di film con tanto di sottotitoli.
Una collezione fanciullesca e surreale, che si lega con una delle prime proposte con cui Virgil Abloh esordì tra le fila di Louis Vuitton, ispirata al Mago di Oz.