È impossibile misurare la tristezza o prevederla con un’equazione, ma lo psicologo Cliff Arnall, docente all’università di Cardiff, è convinto di esserci riuscito. Quando parliamo di Blue Monday, infatti, stiamo parlando della stima sulla tristezza formulata dal dottor Arnall, che indicherebbe il terzo lunedì del mese di Gennaio come il giorno più triste dell’anno.
Che si tratti di una teoria azzardata o di una fortunata mossa economica (negli Stati Uniti il Blue Monday riscuote molto successo, tanto da avere gadget e slogan a tema), i parametri che sostengono l’esistenza del Blue Monday e della sua terribile influenza sul nostro umore sono molteplici.
Dal Natale appena passato fino al clima, per passare alle spese ingenti avvenute durante le festività e la ripresa della normale routine, il Blue Monday sembra fondamentalmente essere il prodotto di una ripresa, stressante e inevitabile, della vita di tutti i giorni dopo il magico stop del Natale e del Capodanno.
La giornata del Blue Monday rappresenterebbe l’apice di queste sensazioni di disagio e tensione, e per questo potrebbe rivelarsi critico per chi già prova nostalgia nei confronti delle feste.
Non è casuale, inoltre, la scelta del nome per questo giorno difficile: il colore blu, nella lingua inglese, è usato anche per riferirsi a momenti di tristezza e depressioni profondi.