Lo conferma Swetha Ramachandran, investment director and luxury equities di Gam: per proteggersi dall’inflazione, il lusso è la soluzione migliore.
Le motivazioni dietro a questa filosofia sono molteplici e sembrano riconfermarsi vere anche nel 2023. Riguardano, in particolare, il ruolo del lusso come copertura contro l’inflazione, grazie al potere di determinazione dei prezzi a livello dei ricavi, e come il modello ideale per un profilo di crescita e redditività robusto.
Il lusso diventa così una protezione perfetta in quello che è, ormai, un contesto economico caratterizzato da un rialzo dei tassi di interessi che influenza la liquidità delle aziende d’alta gamma.
“Continuiamo a rilevare i segnali di una polarizzazione dei risultati aziendali. Mentre le società più solide hanno accresciuto il distacco da quelle più deboli in una fase positiva per il mercato in generale, il divario si è ampliato ulteriormente nella fase di decelerazione”, dichiara Swetha Ramachandran. “Il comportamento di spesa dei consumatori si fa più prudente e si concentra sui marchi di fascia più alta. Il mercato è poi in trepida attesa della riapertura della Cina, che dovrebbe fare da catalizzatore nel settore fashion & luxury. Le continue interruzioni dell’attività e della mobilità dovute ai ripetuti lockdown si riflettono nei prezzi azionari. A nostro giudizio, le opportunità di ripresa nel 2023 sono enormi“.
Le zone di interesse per questo 2023 saranno, appunto, il mercato statunitense e quello cinese, in cui si dovrebbe registrare un significativo aumento della domanda per i beni di lusso: l’obbiettivo dichiarato dal governo cinese, ossia quello di raggiungere una politica di prosperità condivisa e di raddoppiare le classi medie in Cina a 800 milioni entro il 2030, sembra confermare questa previsione.