Una gemma di inestimabile valore è l’oggetto della contesa tra gli eredi della famiglia reale del Qatar, la nobile casata Al-Thani, che governa il paese da ormai più di centocinquant’anni e che ora si scontrerà tra le aule dell’Alta Corte di Londra.
Si tratta del più grande diamante blu tagliato esistente, l’Idol’s Eye.
Un tempo appartenuto a un sultano ottomano, il diamante da 70 carati, di origine indiana, è incastonato in una pregiata collana che risale a un periodo compreso tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo; la sua storia si intreccia con quella della famiglia Al-Thani grazie all’acquisizione della gemma da parte di uno dei più grandi collezionisti d’arte del Qatar, l’ormai scomparso sceicco Saud bin Mohammed Al-Thani.
Dietro alla contesa familiare, ci sarebbe un accordo bilaterale stabilito tra il conglomerato Qipco, sotto l’influenza dello sceicco Hamad bin Abdullah Al-Thani, e proprio lo sceicco Saud nel 2014, poco prima della sua morte: l’intesa stabilisce che la Elanus Holdings Limited, società fondata dallo sceicco e ora sotto l’influenza dei suoi eredi, avrebbe prestato l’Idol’s Eye a Qipco per 20 anni, con il diritto di quest’ultima di comprare il gioiello, se Elanus avesse deciso di venderlo.
Poco prima dell’inizio della pandemia, Elanus avrebbe iniziato dei processi di vendita, notificati a Qipco e interrotti soltanto a causa del COVID. La denuncia, come riporta il Financial Times, riguarda proprio questo “passo indietro” da parte di Elanus: secondo l’accusa, infatti, la società rivale è obbligata a vendere, in base all’accordo e alla comunicazione dell’avvocato poi ritirata.