Una moda da record, che tocca quota 107 miliardi di valore. “Un anno eccezionale, il migliore di sempre”: con queste parole, riportate dal Sole 24 Ore, Carlo Capasa, Presidente della Camera nazionale della moda, definisce il 2022.
I report parlano chiaro, già in occasione della presentazione della fashion week uomo di gennaio, il presidente aveva sottolineato l’andamento 2023 era difficile da prevedere, anche perché il settore esporta il 70% e nel 2022 ha sfiorato i 100 miliardi di fatturato (107 secondo le ancor più rosee stime di Confindustria Moda).
“È un esercizio, quello delle previsioni, che facciamo sempre, ma ciò che è successo nelle ultime due settimane, soprattutto in Cina, consiglia un approccio molto cauto – ribadisce Capasa –. Un’indicazione concreta c’è: gli ordini delle collezioni primavera-estate 2023 sono molto positivi, occorre però aspettare i primi due mesi del 2023 per avere un quadro più preciso. Di certo possiamo dire che la filiera italiana, dalla parte manifatturiera e artigianale a monte e quella dei grandi marchi a valle, è al centro dell’industria della moda globale”.
Numeri positivi anche da parte di Confindustria Moda: “Sulla base delle prime indicazioni sulla chiusura anno il fatturato 2022 del Tma dovrebbe attestarsi a 107 miliardi, in crescita del 16% sul 2021 e del 9% sul 2019”, afferma nell’ultima indagine della federazione.
L’associazione raggruppa le principali associazioni di settore e rappresenta 65mila imprese, che creano occupazione a poco meno di 600mila persone. “La preoccupazione emersa dall’indagine non riguarda tanto i fatturati, ma l’aumento dei costi e l’impatto sugli utili – sottolinea Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria Moda –. In prospettiva di un aumento della domanda da parte dei mercati, preoccupa inoltre la mancanza di figure professionali per i vari comparti del Tma”.