Banksy, artista e writer inglese dall’identità misteriosa, torna allo scoperto per una questione personale: recentemente ha infatti accusato il marchio GUESS per aver utilizzato alcune delle sue creazioni come design per la sua nuova collezione.
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Il suo post recita: “Attenzione taccheggiatori, per favore, andate al GUESS di Regent Street. Si sono presi le mie opere senza chiedere, quindi perché non fare lo stesso con i loro vestiti?“; la collezione esposta, ironicamente chiamata Brandalized, è stata prontamente rimossa e la vetrina chiusa.
Prima di questo exploit mediatico, Banksy si era esposto soltanto per schierarsi apertamente contro l’invasione dell’Ucraina: per farlo, l’artista ha realizzato un graffito raffigurante una ginnasta in equilibrio tra i resti di alcuni edifici martoriati dalla guerra e dal conflitto.
![Bansky a Borodyanka](https://montenapodaily.com/wp-content/uploads/2022/11/127613179_gettyimages-1244688632.jpg)
Bansky a Borodyanka
Ora, 60 suo opere saranno disponibili per la visione al Salone degli Incanti, a Trieste, grazie alla mostra intitolata The Great Communicator. Banksy. Unauthorized exhibition.
L’evento, a cura di Gianni Mercurio in collaborazione con la regione Friuli Venezia Giulia e dal comune, non potrà, ovviamente, godere della presenza di Banksy, che come testimonia il curatore principale, è impossibile da contattare.
“Banksy ormai è un brand riconoscibilissimo e ora non credo importi più di tanto conoscere il suo nome”, spiega Gianni Mercurio a Vanity Fair. “Sappiamo per certo che è nato a Bristol e che ha 50 anni. Da curatore, ho tentato più volte di mettermi in contatto con lui: fare una mostra su un artista senza la sua collaborazione è complesso, tanto più che oggi le sue opere sono di difficilissimo reperimento”.
Se alcuni dei suoi graffiti, infatti, sono giustamente inseparabili dai muri su cui sono stati dipinti, le sue opere più accessibili fanno invece parte di collezioni private, come ad esempio quelle acquistate da Angelina Jolie e Brad Pitt, incorniciate e a misura d’uomo.
Per questo motivo, Mercurio riflette su quanto la visione artistica di Banksy potrà durare nel tempo.
“Che cosa resterà di Banksy tra venti o trent’anni? Forse poco. Se pensiamo alla sua tecnica, non è stato un innovatore all’altezza di Keith Haring o Andy Warhol o Basquiat. Il suo valore sta nell’uso dirompente dell’arte come strumento di comunicazione su temi universali“.