Il settore del lusso non risente della crisi e registra utili record. Nel trimestre appena concluso (luglio-settembre 2022) i ricavi delle aziende europee del lusso sono cresciuti in media dell’11%, rispetto al medesimo periodo del 2021, dove le griffe erano già tornate a superare i livelli pre-pandemia. Gli analisti di Bank of America Merrill Lynch (Bofa) stimano un aumento dei ricavi del 15% a parità di cambi, quelli di Ubs del 16%, trainati dalle riaperture in Cina e dal ritorno dei turisti in Europa.
Il periodo dei bilanci è pronto a partire con Lvmh (11 ottobre), proseguirà con Cucinelli (19 ottobre), Hermès e Kering (20 ottobre), Moncler (26 ottobre) per concludersi il 17 novembre con Burberry.
Il colosso mondiale del lusso, Lvmh, molto probabilmente registrerà una crescita a doppia cifra di tutte le divisioni, con l’abbigliamento in crescita del 20%.
Per quanto riguarda l’inflazione causata dai maggiori costi delle materie prime, dei trasporti e dell’energia, le maison non hanno nascosto l’aumentato i prezzi. Ma nonostante l’incremento dei listini, la clientela non è diminuita.
“Sebbene il rallentamento della domanda da parte dei consumatori statunitensi sia un aspetto da tenere d’occhio, riteniamo che il terzo trimestre per il settore luxury sarà probabilmente ancora superiore alle aspettative grazie al miglioramento sostanziale della Cina e alla forza dell’Europa. Notiamo che le aspettative di base del consensus prevedono un rallentamento della crescita nel secondo semestre rispetto al primo per la maggior parte delle aziende del comparto”, hanno affermato gli analsti.
L’unica perplessità evidenziata da Bofa riguarda l’umore degli americani, che già a settembre in patria hanno frenato sullo shopping.