Le ultime ore della Parigi Fashion Week hanno visto Kanye West protagonista di una nuova (e ricercata) controversia, un esito prevedibile e che già incorniciava la Season 9 del suo marchio, YEEZY, presentata durante uno show claustrofobico dai toni religiosi e sacrali, in cui lo slogan “White Lives Matter” è stato un grottesco e pericoloso mantra.
Una scelta estremamente discutibile e che ha convinto Jaden Smith ad abbandonare il proprio posto durante il fashion show e che ha causato anche un’enorme discussione tra Kanye e la giornalista afroamericana Gabriella Karefa-Johnson, che il rapper e designer ha poi insultato sui social media.
La scritta compare su una t-shirt, indossata in passerella sia da una modella che da Kanye West, ma anche da una personalità politica statunitense, l’influencer e autrice conservatrice Candace Owens, che sorride in un selfie con Ye.
Un’immagine eloquente, che riassume perfettamente quanto Kanye West calzi perfettamente le grandi contraddizioni della nostra epoca.
Facendo un passo indietro, ci imbattiamo in uno Ye molto diverso o, per lo meno, più annacquato e isolato: ancora escluso dal mondo dell’alta moda, da lui definito razzista e “troppo bianco”, West aveva trovato nella figura di Virgil Abloh un fratello e un alleato; una storia da film, due designer neri che si affacciano su un mondo di pregiudizi, limiti e aperta discriminazione, completamente stravolta dalla rabbia che ieri Kanye ha mostrato sui social, che il rapper ha rivolto anche nei confronti della memoria di Virgil.
Ciò che ha cambiato il destino di tutti gli artisti black è stato proprio il movimento BLM, il “Black Lives Matter”: fondato nel 2013 per l’assoluzione dell’omicida di Trayvon Martin, il movimento ha ricevuto sostegno da tutto il mondo nel 2016, a causa dell’omicidio di Michael Brown, e poi di nuovo nel 2020, con l’assassinio di George Floyd; gli obbiettivi dei BLM riguardano principalmente la fine delle violenze e dei soprusi delle forze dell’ordine contro la comunità black, e in generale coinvolgono tutta la sfera del razzismo e della discriminazione contro gli afroamericani.
Non casualmente l’ascesa al mondo dell’alta moda per Kanye, Abloh e molti altri divenne concreta proprio a cavallo di queste grandi lotte mediatiche e non solo: l’orgoglio black si rinnovava così di nuova struttura e legittimità.
Cos’è, quindi, il “White Lives Matter“? Si tratta di una reazione di matrice suprematista bianca e nazista, che pone nel ruolo della vittima proprio gli individui bianchi, repubblicani e cristiani. Un “pensiero”, insomma, che se unito ad alcune uscite passate di Kanye West (aveva dato molto da discutere il suo commento relativo alla schiavitù, che Ye definì “una scelta”) pone il rapper e designer in una posizione molto controversa e a tratti disturbante.
Non è un mistero che Kanye soffra di bipolarismo, un disturbo che tiene sotto controllo grazie ai farmaci, ma che di recente sembra aver influenzato ogni ambito della sua vita: dai post paragonabili ad atti di stalking ai danni della sua ex-moglie, Kim Kardashian, fino alle minacce di morte nei confronti di Pete Davidson (ex-compagno proprio della Kardashian), i social per Kanye sono diventati una finestra da cui urlare ogni paura, sospetto e paranoia, soprattutto ora che, secondo alcune fonti, ha definitivamente interrotto la sua terapia farmaceutica e psicologica.
Per questo motivo Ye può insegnarci molto.
Nero, ma seduto al tavolo delle stesse élite razziste che ne ostacolavano l’ascesa, disturbato, ma convinto di non volersi curare, egocentrico, ma spaventato, terrorizzato, sempre impegnato a cercare di lasciare il segno in un’industria che a tratti lo ama, ma che per lo più lo odia: le controversie di Ye sono ciò che dobbiamo internalizzare e saper riconoscere, perché l’indice più evidente delle discriminazioni e dell’odio che ancora circola nel mondo dell’arte (e non solo).
Si consuma così, tra le ceneri dei ricordi di Virgil Abloh e dei sogni di un ragazzino di Chicago, figlio di un’insegnante brillante e di un giornalista ex-Black Panther, la stella di Kanye West.